Formazione all'impegno politico - gli eventi

Attualità e vitalità della Costituzione nell'epoca della sfiducia
Scuola di Formazione Politica – prima edizione Rischiarare le ombre della Politica
Data sabato 29 gennaio 2011
Orario 17:00

Incontro con Marco Olivetti, Docente di Diritto Costituzionale, Università di Foggia

Ad inaugurare la Scuola diocesana di formazione all’impegno sociale e politico sarà sabato 29 Gennaio, alle ore 17.00, il Prof. Marco Olivetti, con una lezione su “Attualità e vitalità della Costituzione nell’epoca della sfiducia”.

Marco Olivetti è docente di Diritto Costituzionale presso la facoltà di Giurisprudenza dell'Università di Foggia e professore invitato di Diritto costituzionale italiano e comparato nella facoltà di Scienze sociali della Pontificia Università San Tommaso di Roma. In precedenza è stato ricercatore di Diritto costituzionale nella Facoltà di Giurisprudenza dell'Università di Teramo (1998-1999) e professore associato di Istituzioni di Diritto pubblico nella Facoltà di Economia dell'Università di Modena (1999-2001). È editorialista del quotidiano Avvenire. Dal 1999 al 2001 è stato consulente del Ministro per le riforme costituzionali Antonio Maccanico.

È autore delle monografie: "La questione di fiducia nel sistema parlamentare italiano", Giuffrè, Milano, 1996; "Nuovi statuti e forma di governo delle Regioni", Il Mulino/Arel, Bologna, 2002. È inoltre autore di circa cento saggi su riviste giuridiche italiane e straniere. Ha curato l’edizione dei seguenti lavori: Commentario alla Costituzione (con R. Bifulco e A. Celotto), vol. I (art. 1-54), Utet, Torino, 2006; vol. II (art. 55-100), Utet, Torino, 2006; vol. III (art. 101-139 e disp trans.), Utet, Torino, 2006; L. Elia, Costituzioni, partiti, istituzioni, Il Mulino, Bologna, 2009.

Ecco uno stralcio di sintesi del suo intervento:

“La Costituzione italiana del 27 dicembre 1947 è stata a suo tempo concepita sia come la base per la costruzione di una democrazia rappresentativa, dopo la "parentesi" del ventennio totalitario e la tragedia della guerra, sia come un progetto di liberazione e di trasformazione della società italiana, a partire dal riconoscimento di un ampio catalogo di diritti inviolabili dell’uomo. A oltre 60 anni dalla sua adozione, le strutture democratico-rappresentative (ed i partiti politici, che dovevano animarne il funzionamento), pur essendosi consolidate - al punto da essere ritenute, nella loro essenza, prive di alternative - sono sottoposte a critica sia per quanto attiene alla loro efficienza, sia riguardo alla loro stessa democraticità (in particolare per la legislazione elettorale).

Il progetto di società delineato in Costituzione resta un referente nel quale gran parte degli italiani si riconoscono, ma mostra anch’esso per vari aspetti i segni dei tempi: sia per quanto attiene alla sua idoneità a configurarsi come un progetto in cui le diverse aree geografiche del Paese si riconoscono, sia per la sua idoneità ad essere il punto di riferimento per un compromesso nel quale le diverse culture che compongono oggi la compagine civile nazionale possano riconoscersi (si considerino al riguardo, come esempio, la questione della bioetica, ma anche quella della disciplina del fenomeno sindacale e dello sciopero). In che modo ed in che misura la Costituzione del 1947 può essere ancora ritenuta oggi come la regola comune del gioco e come la base per la ricerca di soluzioni condivise almeno nell’essenziale fra le culture che convivono in Italia?”

 

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