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L'Urgenza di un'Ecologia integrale
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La cronaca del Convegno annuale promosso dall'Ufficio Diocesano per la Pastorale Sociale e del Lavoro, in collaborazione con il Centro Culturale G.Colucci di Penna San Giovanni e dalla locale Confraternita del SS.Rosario

Come ormai da diversi anni , la seconda domenica di Ottobre è dedicata , nella nostra Diocesi alla “Festa  del Creato” che si tiene a Penna San Giovanni  e promossa dal “Centro Culturale Giuseppe Colucci” in collaborazione con l’Ufficio di Pastorale del Sociale del lavoro e dell’Ambiente e della Confraternita del SS. Rosario.

Durante la mattinata nella sala polifunzionale Ex Cinema  abbiamo partecipato al XVII ° Convegno  “Dalla terra e dal Lavoro dell’uomo” dal titolo : “L’Urgenza di una Ecologia Integrale”.

Il Sindaco Stefano Burocchi nel salutare i convegnisti e nell’introdurre i lavori ha sottolineato l’urgenza di fermarsi per leggere  i fenomeni sociali attuali e per ripensare ai valori che hanno costituito nei secoli la nostra società,  per iniziare processi di miglioramento.

 Don Paolo Bascioni, partendo dal significato della parola “ecologia” (studio dell’abitazione) indica che il seminario si occuperà di tre dimensioni : attenzione all’ambiente, attenzione all’economia secondo le leggi della natura e attenzione alle condizioni umane per creare una società non conflittuale.

Per un confronto con le “radici” ci si è valsi di una intervista con Padre  Salvatore Frigerio, monaco di Fonte Avellana, Esperto Unesco e di Padre Fabio Furiasse, Francescano Cappuccino. I due monaci raccontano l’inizio dell’organizzazione sociale ed economica dei Monaci di Camaldoli e di Fonte Avellana  e la visione della vita di san Francesco. Essi  hanno voluto ricordarci l’importanza di essere comunità che vive in un territorio che non deve essere considerato “oggetto” ma soggetto attivo nel promuovere e custodire  la vita. La foresta di Camaldoli era in sintonia con i monaci tanto che nella Regola , le proprietà dei vari alberi dovevano diventare le virtù dei frati. I frati custodiscono la foresta e la foresta custodisce i frati. Così a fonte Avellana, in una società feudale, i monaci decretano che i contadini non sono schiavi ma pari ai proprietari e compito degli uni e degli altri è custodire e proteggere il territorio. Nasce con loro la mezzadria. Essi hanno creato la pensione per i contadini che lavoravano nei loro terreni, la dote per le loro figlie femmine , ed hanno messo a disposizione del territorio i proventi delle loro attività facendo nascere laboratori artigiani, botteghe, ma anche collegi per la formazione dei giovani. Francesco cura un altro aspetto della protezione dell’ambiente e di chi lo abita. Egli sceglie di essere Frate minore per essere il più piccolo tra tutti, per mettersi vicino agli ultimi ed alle creature. Egli non ha casa, non ha comunità a cui riferirsi, vive nel mondo che Dio ci ha regalato, quella è la sua casa e ne rispetta e custodisce ogni respiro. Si affratella ai malati, ai malfamati recuperando attraverso la fraternità  la dignità calpestata. Il principio è che nel mondo naturale ogni creatura deve prendersi cura degli altri (Gesù lava i piedi ai discepoli).

 Questi esempi pongono oggi una domanda: oggi la società va avanti contro natura? Questo tipo di economia è naturale? Le nostre Parrocchie sono comunità?

 Padre Frigerio dice che abbiamo bisogno dei giovani e, invece del clima di sospetto , recuperare per loro  il rapporto cosmico tra l’uomo e la natura e la solidarietà cosmica tra le creature.

In seguito il Tenente Colonnello Simone Di Donato, comandante investigativo di Polizia Ambientale Agroalimentare Forestale, ci ha parlato dell’ambiente delle Marche, delle sue criticità e della sua evoluzione. Dal 2017, anno in cui la Guardia Forestale è stata incorporata dall’Arma dei Carabinieri è stata unificata  l’attività  di tutela forestale, agricola e tutela delle biodiversità. Molte sono le competenze di prevenzione e tutela di  Aria, Acqua, Suolo. Nelle Marche c’è una microcriminalità ambientale diffusa, dovuta oltre che alla voglia di  commettere reati (la contraffazione del cibo è un business enorme),  soprattutto al non rispetto di regole, alla cattiva educazione. Per cui urge un patto con la cittadinanza ed un’azione educativa per  le generazioni future che i carabinieri stanno effettuando nelle scuole.  

Franco Amicucci, sociologo e formatore,  infine ha sottolineato come per ottenere dei cambiamenti di comportamento non serve solo sapere, ma servono 4 passaggi:

  1. esempi della leadership (genitori, fratelli, insegnanti, educatori, sacerdoti etc..)
  2. consapevolezza delle conseguenze ( collegare le nostre piccole azioni al sistema che agisce come te)perché oggi c’è carenza di pensiero critico.
  3. Per crescere nella responsabilità l’educazione deve essere quotidiana, ripetuta, c’è bisogno di un allenamento ascetico.
  4. Nella pratica associare il cambiamento non solo al senso del dovere, ma alla gioia, alla bellezza.

E’ il concetto di collaborazione nella responsabilità della comunità intera.

 

Anna Rossi

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