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Lettera ai sacerdoti
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Nel giorno tradizionalmente dedicato alla celebrazione della Santa Messa crismale (quest'anno rinviata al 27 Settembre) e al rinnovo delle promesse sacerdotali, l'Arcivescovo invia un messaggio a tutto il presbiterio fermano

Fermo, 8 aprile 2020

Mercoledì Santo

 

 

Prot. N.  169/20

 

Carissimi sacerdoti,

 

vi scrivo per dirvi la mia vicinanza di affetto, di gratitudine e di sostegno.

Questa sera, insieme ai diaconi, ai consacrati e ai fedeli laici avremmo dovuto concelebrare la Messa del Crisma. Dal presbiterio unito intorno al Vescovo sarebbe risuonato davanti alla comunità il “sì” che pronunciammo il giorno dell’ordinazione. Non potremo fisicamente incontrarci ma sentiamoci uniti nella preghiera perché la nostra adesione a Cristo venga sempre nutrita dalla fiamma viva del Vangelo per formare un cuor solo e un’anima sola.

In queste settimane di maggiore raccoglimento interiore sento ancora di più l’Eucaristia come centro della mia vita e del mio sacerdozio. Ricordando un’omelia di Benedetto XVI per la messa crismale, mi soffermo spesso sulla ben nota espressione della Preghiera Eucaristica II: “Ti rendiamo grazie per averci ammessi alla tua presenza a compiere il servizio sacerdotale”. Qui, infatti, è racchiuso il senso del nostro , del nostro sacerdozio: stare alla presenza di Dio e servire.

Stare alla presenza del Signore: non sempre riusciamo a vivere appieno questa esigenza; spesso la carità pastorale più che farci stare, ci fa spostare continuamente da un impegno all’altro. Sappiamo bene che l’attivismo è un rischio per la vita spirituale, perciò abbiamo bisogno di ricordarci che ogni servizio va compiuto alla Sua presenza e, per questo, ringraziare. Serviamo nella consapevolezza di stare alla presenza di Dio, cioè di aver posto la nostra volontà nella sua, per annunciare Lui e la sua Parola, non la nostra.

Le limitazioni imposte dall’emergenza sanitaria non consentono di vivere i riti pasquali con la presenza fisica del popolo a noi affidato. Molti di voi da tempo si sono attrezzati per favorire il più possibile la partecipazione spirituale della comunità valorizzando gli agili strumenti della comunicazione sociale. Mai come in questo periodo l’aggettivo “spirituale” assume un valore decisivo perché ci aiuta a spiegare al nostro popolo ciò che, pur sembrando una “mutilazione” sacramentale, può diventare un’opportunità per rinsaldare la fede e i legami tra noi.

Affido alla vostra preghiera gli ammalati, i presbiteri infermi, le famiglie in difficoltà economica, quanti vivono il lutto a causa del virus e per le tante vittime della pandemia. Di tutti condividiamo preoccupazioni e speranze che presentiamo ogni giorno all’altare.

Mai come ora, la celebrazione dell’Eucaristia, centro della nostra vita, ci unisce come presbiterio diocesano, grati perché Dio Padre ci ammette alla sua presenza a compiere il servizio sacerdotale. In Lui ritroveremo lo sguardo di ogni fratello e sorella che fisicamente non possiamo incontrare ma che è parte di noi, e tutti siamo Corpo di Cristo.

Vi affido alla Madonna del Pianto e, nell’augurarvi di risorgere con Cristo, vi benedico di cuore

 

 

+ Rocco Pennacchio

Arcivescovo Metropolita di Fermo

 

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