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Notiziario Santa Vittoria

LA PAROLA A CURA DI DON ALESSANDRO

8 DICEMBRE 2014 SOLENNITA'DELL'IMMACOLATA

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Gn 3,9-15.20; Sal 97; Ef 1,3-6.11-12; Lc 1,26-38

 

Una frase del Vangelo ci dà la chiave per comprendere il senso di questa festa: entrando da Maria, l'angelo le disse "Rallegrati piena di grazia: il Signore è con te". Dicendo che Maria è l'Immacolata noi diciamo di lei due cose, una negativa e una positiva. Negativamente, che è stata concepita senza la macchia del peccato originale, positivamente che è venuta al mondo ripiena già di ogni grazia e dono. I nostri fratelli ortodossi mettono l'accento su questo aspetto positivo, quando chiamano Maria la Panaghia, la Tutta Santa, e la tradizione latina quando la chiama Tota Pulchra, la Tutta Bella. Lo stesso vogliamo fare anche noi,parlando di Maria "piena di grazia".

La parola grazia ha due significati. Può significare favore,  perdono, amnistia, come quando diciamo di un condannato a morte che ha ottenuto la grazia. Ma può significare anche bellezza, fascino, amabilità. Dalla stessa parola greca da cui deriva grazia, charis, deriva anche il francese charme: tutti termini che evocano bellezza, attraenza. Non occorre insistere. Il mondo d'oggi conosce bene questo secondo senso di grazia, è anzi il solo che conosce. Anche nella Bibbia grazia ha questi due significati. Indica anzitutto il favore divino gratuito e immeritato che, in presenza del peccato, si traduce in perdono e misericordia, ma indica poi anche bellezza che deriva da questo favore divino, quello che chiamiamo lo stato di grazia. In Maria ritroviamo questi due significati di grazia. Ella è "piena di grazia" anzitutto perchè è stata oggetto di un favore e di una elezione unici, è stata anche lei graziata, cioè salvata gratuitamente dalla grazia di Cristo (ella è stata preservata dal peccato originale, in previsione dei meriti di Cristo!). Ma è "piena di grazia" anche nel senso che la scelta di Dio la resa splendente, senza macchia.

E siamo giunti al punto da cui scaturisce il messaggio per noi di questa festa. Se l'Immacolata Concezione è la festa della grazia e della bellezza, essa ha qualcosa di importante da dire a noi oggi. La bellezza ci tocca tutti, è una delle molle più profonde dell'agire umano. L'amore per essa ci accomuna tutti. Possiamo dissentire su che cosa sia bello, ma tutti siamo attratti dalla bellezza. "Il mondo sarà salvato dalla bellezza", ha detto Dostoevskji. Ma, dobbiamo aggiungere subito, il mondo può anche essere perduto dalla bellezza. La bellezza di Maria Immacolata si colloca sula piano della santità e della grazia e ne costituisce, dopo Cristo, il vertice. E' bellezza interiore, fatta di luce, di armonia, di corrispondenza perfetta tra la realtà e l'immagine che aveva Dio nel creare la donna.

Ma dopo aver contemplato in Maria la bellezza al suo grado sommo, proviamo ad abbassare per un momento lo sguardo sulla terra e vedere che uso fa l'uomo di questo dono di Dio che è la bellezza. Questo tema stava particolarmente a cuore al Beato Paolo VI, il quale ritorna su questo argomento in tutti i suoi discorsi, fatti come cardinale di Milano, per la festa dell'Immacolata. In uno di essi diceva: "A chi vorrebbe vedere rifelssi quei raggi divini e umani della Madonna nelle nostre anime e dei nostri fratelli, stringe il cuore vedere tutt'altra scena. Tante anime di adolescenti e perfino di fanciulli che sarebbero belle, candidate a tante sublimi virtù, a tanta poesia dello spirito, a tanto vigore di azione, sono subito deturpate subito macchiate, fiaccate da un dilagare di tentazioni, che non riusciamo più a reprimere. I nostri ragazzi, le nostre ragazze che cosa leggono? Che cosa vedono? Che cosa pensano?Che cosa desiderano?... Quate anime profanate! Quante famiglie spezzate! Quante persone hanno doppia vita! Quanti amori diventati tradimenti! Quale dissipazione di energia umana proprio in questo groviglio di indisciplina di costume e di vizi ormai tollerati, di questa esibizione della passione e del vizio".

Forse che noi cristiamo disprezziamo o abbiamo paura della bellezza nel senso ordinario del termine? Nient'affatto. Il Cantico dei Cantici celebra questa bellezza nella sposa e nello sposo, con entusiasmo insuperato e senza complessi. Anch'essa è creazione di Dio, anzi il fiore stesso della creazione materiale. Diciamo però che essa deve essere sempre una bellezza "umana" perciò riflesso di un'anima e di uno spirito. Non può essere abbassata al rango di bellezza puramente animale, ridotta a puro richiamo per i sensi, strumento di seduzione, a sex appeal. Sarebbe un disumanizzarla. C'è molta incoerenza in giro a questo riguardo. Molti di coloro che fanno l'opinione pubblica si comportano come chi getta il sasso e poi di fronte ai vetri rotti ritira la mano. Spingono a rompere tutti i freni; celebrano come una vittoria della civiltà ogni nuovo colpo inferto al pudore; gridano all'inquisizione , ai roghi, alle crociate, appena qualcuno si azzarda a denunziare qualche eccesso manifesto, salvo poi, il giorno dopo, lavarsi le mani come Pilato o stracciarsi le vesti come Caifa, di fronte all'ennesimo crimine inaudito che ha coinvolto adolescenti o ragazzi.

A me preme mettere in luce cosa Dio vuole da noi cristiani e da ogni uomo di buona volontà in tale situazione. Dio ci chiama a far risplendere di nuovo, davanti agli occhi del mondo l'deale di una bellezza, che è si godimento, ma anche rispetto e senso di responsabilità di fronte al corpo, al sesso, alla donna e a tutte le creature di Dio. Tutti possiamo fare qualcosa per consegnare alle generazioni che verranno un mondo un po' piu' bello e pulito, se non altro scegliendo bene quello che facciamo entrare in casa nostra e nel nostro cuore, attraverso le finestre degli occhi. Che la vergine Immacolata, la Tutta Bella, ci dia almeno il coraggio di tentare.

 

BUONA FESTA.

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