Notiziario Santa Vittoria
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14 APRILE 2017 VENERDI' SANTO A
Is 52,13 — 53,12; Sal 30; Eb 4,14-16; 5,7-9; Gv 18,1 — 19,42
Ha poca importanza il fatto che la passione, morte, risurrezione di Gesù sia avvenuta circa duemila anni fa. Per noi è attuale e contemporanea. È come se rivivesse ora davanti ai nostri occhi. Perché? Nella passione di Gesù è presente il mio peccato di oggi, la mia condizione di oggi, il mio rifiuto di oggi: "Si è caricato delle nostre sofferenze, si è addossato i nostri dolori. Egli è stato trafitto per i nostri delitti, schiacciato per le nostre iniquità. Per le sue piaghe siamo stati guariti"; "Questa è l'ora vostra, è l'ora dell'impero delle tenebre" (Lc 22,53), ha detto Gesù. È l'ora del peccato dell'uomo, che ha il potere tremendo di portare Dio alla passione. In queste tenebre c'è la tenebra di ognuno, c'è il nostro peccato. La passione di Gesù è contemporanea. Non solo perché è causata dal mio peccato di oggi, ma anche per il fatto che io sono stato presente a Gesù così come sono oggi. Per questo la Scrittura dice: "Coloro che peccano crocifiggono nuovamente per se stessi il Figlio di Dio e lo espongono all'ignominia" (Eb 6,6).
L'agonia di Gesù, descritta da Luca, è un elemento rivelatore del peso che ogni peccato ha avuto nella coscienza del Salvatore: Gesù suda sangue! Non solo. Cristo, presso il Padre, è colui che ha ancora impresso su di sé il dramma del mio peccato: l'offerta di Cristo sulla croce è eterna come eterna è la risposta del Padre che gli dà la risurrezione. Scrive l'autore della Lettera agli Ebrei: "Il sangue di Cristo, che con uno Spirito eterno offrì se stesso senza macchia a Dio, purificherà la nostra coscienza dalle opere morte, per servire il Dio vivente" (Eb 9,14). L'offerta di Cristo sulla Croce è eterna: è lo stato d'animo con cui si è presentato al Padre. Lì finiva il cammino della carne di peccato assunta da Gesù e lì cominciava la risurrezione di Gesù. Cristo oggi vive presso il Padre questo momento eterno.
Leggiamo la passione-agonia-morte di Gesù, come è descritta dal Vangelo e riviviamola sentendoci presenti, implicati. Mettiamoci di fronte a queste scene, ricostruiamole, guardiamole senza alcuna preoccupazione di tempo, contempliamole. Apriamo un discorso di amore con Gesù, rivivendo il momento della contemporaneità al suo soffrire. Scopriamo con emozione che la passione di Gesù è volontaria, cioè è accettata, è desiderata da Gesù. Che grande mistero!
"Il Figlio dell'uomo non è venuto per essere servito, ma per servire e dare la vita in riscatto per molti" (Mt 20,28); "per questo il Padre mi ama: perché io offro la mia vita, per poi riprenderla di nuovo. Nessuno me la toglie, ma la offro da me stesso, poiché ho il potere di offrirla e il potere di riprenderla di nuovo. Questo comando ho ricevuto dal Padre mio" (Gv 10,17-18); "Ora l'anima mia è turbata: e che devo dire? Padre, salvami da quest'ora? Ma per questo sono giunto a quest'ora! Padre, glorifica il tuo nome. Venne allora una voce dal cielo: L'ho glorificato e di nuovo lo glorificherò! La folla che era presente e aveva udito, diceva che era stato un tuono. Altri dicevano: Un angelo gli ha parlato. Rispose Gesù: Questa voce non è venuta per me, ma per voi. Ora è il giudizio di questo mondo; ora il principe di questo mondo sarà gettato fuori. Io, quando sarò elevato da terra, attirerò tutti a me. Questo diceva per indicare di quale morte doveva morire" (Gv 12,27-33); "È giunta l'ora che sia glorificato il Figlio dell'uomo. In verità, in verità vi dico: se il chicco di grano caduto in terra non muore, rimane solo; se invece muore, produce molto frutto. Chi ama la sua vita la perde e chi odia la sua vita in questo mondo, la conserverà per la vita eterna" (Gv 12,23-25); Gesù disse a Pietro: "Rimetti la tua spada nel fodero; non devo forse bere il calice che il Padre mi ha dato?" (Gv 18,11). È venuto per questo.
La passione di Gesù è la rivelazione del peccato e della lotta tra le tenebre e la luce. Dio ha preso un corpo di peccato: "Il Padre ha inviato, a motivo del peccato, il suo proprio Figlio in una carne somigliante a quella del peccato e ha condannato il peccato nella carne" (Rm 8,3); "Cristo ci ha riscattati dalla maledizione della legge, diventando Lui stesso maledizione per noi, come sta scritto: Maledetto chi pende dal legno" (Gal 3,13). Gesù sì è consegnato al peccato, all'umiliazione in una obbedienza di fede che anche a Lui pesava: "Padre, se vuoi allontana da me questo calice, però non la mia, ma la tua volontà si compia" (Lc 22,42); "Imparò da quello che soffrì, l'obbedienza!" (Eb 5,8).
Noi siamo contemporanei a questo amore che volontariamente si offre per farci capire la nostra condizione di peccato e per riportarci alla gioia e all'amore del Padre. Noi nasciamo nell'incapacità di amare Dio, nasciamo figli prodighi, nasciamo nella terra della dissomiglianza: "Tutti hanno peccato e sono privi della gloria di Dio ma sono giustificati gratuitamente per la sua grazia mediante la redenzione che è in Cristo Gesù, che Dio ha posto quale propiziatorio, mediante la fede nel suo sangue, per manifestare la sua giustizia" (Rm 3,23-26).
Meditiamo lungamente questo mistero. Nell'umanità di Cristo ci si rivela îl dramma del nostro peccato e il mistero dell'amore di Dio, che è più grande e più forte del nostro peccato per questo la salvezza è possibile.
BUONA DOMENICA
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Presso il Santuario di Santa Maria della Misericordia di Petriolo, luogo giubilare pro hac vice
Presso la chiesa di Santa Maria a pié di Chienti a Montecosaro