Notiziario Santa Vittoria
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24 LUGLIO 2016 XVII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO C
Gn 18,20-21.23-32; Sal 137; Col 2,12-14; Lc 11,1-13
Prima Lettura: Sodoma e Gomorra: città simbolo del vizio, della perversione, della immoralità. Drammatica attualità: vizio, perversione, immoralità sono fenomeni dilaganti e, cosa ancor peggiore, sono presentati come normali, conquiste di libertà.
Leggiamo una chiara condanna del peccato in nome di una precisa interpretazione della vita dell'uomo: l'uomo è creato per imparare ad amare Dio e il prossimo, ma l'amore è dono di sé, quindi l'amore è anche sacrificio, l'amore è libertà conquistata... Ogni amore vero, allora, deve farci assomigliare di più a Dio che è Amore.
Deviazione dell'uomo d'oggi: l'amore è diventato istinto, libertinaggio, narcisismo, sfruttamento...
La Bibbia condanna queste deviazioni e le chiama "peccato": emerge chiaramente, infatti, che il peccato di Sodoma e Gomorra ha innescato un processo di distruzione: e così sarà! In altre parole: quando l'uomo sceglie il vizio, prepara la sua tomba; quando in una società cresce lo spessore del peccato, aumenta anche la spinta alla distruzione.
Chiediamoci: Quale sarà il futuro di questa società? Una cosa è certa: il peccato ha raggiunto livelli che permettono di prevedere un grande collasso di civiltà come Sodoma e Gomorra, che furono distrutte. Ma allora non esiste speranza? La Bibbia tenacemente difende e propone la speranza: le due città vengono distrutte, ma Abramo resta. E Dio guarda a lui per ricostruire il futuro e un'unica speranza, Cristo. In Cristo noi abbiamo capito che Dio sta lottando per ricostruire una storia nuova; in Cristo, Dio vince il peccato e dà la vera vita. Allora lo sguardo fiducioso si posa su di Lui: se la parte di mondo che sceglie il peccato non ha futuro, la parte di mondo che sceglie Cristo è già salva, già canta vittoria.
Il Vangelo: è il nuovo modo di parlare, di valutare, di vivere. "Padre": non è un Dio-severo, Dio-vendicativo, Dio-lontano, Dio-opprimente, il suo vero nome è Padre. Io posso dire: Dio, tu sei mio Padre! Allora tutto l'impegno della vita stà in questo: usare la libertà per vivere da figlio!
"Sia santificato il tuo nome, venga il tuo Regno, sia fatta la tua volontà": la vera preghiera, la più alta preghiera non chiede a Dio di ascoltare l'uomo, ma chiede per l'uomo la grazia di ascoltare Dio. Che capovolgimento! In altre parole Gesù dice: "Non dovete pregare per portare Dio dalla vostra parte (Dio è già per voi!), ma dovete pregare perché voi abbiate forza e fede per mettervi dalla parte di Dio!".
"Dacci il pane quotidiano, il pane per oggi": il credente sa che la vita è viaggio, pellegrinaggio e quindi ha paura di attaccarsi alle ricchezze, perché pesano e appesantiscono: Dacci il pane per oggi, perché avere toppo è un pericolo. Quant'è diverso il comportamento degli uomini oggi! Una riflessione: mentre nelle famiglie la prima preoccupazione è far divertire i figli dandogli tutto e anche dì più, stanno nascendo comunità terapeutiche per il recupero dei drogati attraverso le sole medicine del sacrificio e della sobrietà.
"Rimetti a noi i nostri debiti come noi li rimettiamo": anche il perdono è un pane quotidiano. L'uomo è debole e quindi ha sempre bisogno di perdono: Dio lo sa. Però Gesù ci ricorda che la misura del perdono Dio l'ha messa nelle nostre mani: "Perdona come noi perdoniamo... ".
Conclusioni: Il Padre Nostro giustamente è stato definito non una preghiera da dire, ma una preghiera da vivere.
BUONA DOMENICA
Agenda Diocesana
Presso la chiesa di Santa Maria a pié di Chienti a Montecosaro
In Cattedrale
Momento di accoglienza a San Domenico e pellegrinaggio fino alla Cattedrale