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Noi, lo straniero
Data pubblicazione : 06/11/2019
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Migrazioni ed Immigrazioni nel Piceno dall’Età Arcaica ai Piroscafi. Tre incontri per esplorare le migrazioni lungo l’antichità, il medio evo e l’età moderna del Piceno. Primo incontro Sabato 23 Novembre alle ore 17 con Giacomo Recchioni

L’identità etnica di un popolo nella storia è costantemente attraversata e plasmata da correnti di scambi e convivenze con chi tendiamo a riconoscere come straniero, ma in realtà è già parte di noi. Questo ciclo di tre incontri vuole esplorare queste contaminazioni lungo l’antichità, il medio evo e l’età moderna del Piceno.

Sede: San Rocco – Piazza del Popolo,  Fermo

 

Calendario:

Sabato 23 Novembre 2019 – h. 17 – Relatore: Giacomo Recchioni

 

Ethnos e identità nel Piceno Antico

Identità arcaiche, multiculturalismo nel Piceno antico, koiné, melting pot, meticciato. Poi c’è stata la fabula Latina del Picus appartenuta ai Piceni e ai Sabini. Tutti termini utilizzati oggi che cercheremo di contestualizzare in area medio-adriatica intorno all’età del Ferro. 360.000 erano i Piceni secondo Plinio e di questo parleremo.

 

Sabato 30 Novembre  2019 h. 17 - Relatore: Prof. Marco Moroni

 

Le migrazioni del passar: Slavi e Albanesi nelle Marche del Quattrocento e del Cinquecento

Dopo le grandi pestilenze della seconda metà del Trecento, un consistente flusso migratorio prese avvio dalle regioni balcaniche e dall’Albania in direzione dell’Italia. Nella fase iniziale le regioni più investite, oltre alla Puglia, furono l’Abruzzo, le Marche e la Romagna; più tardi altri flussi si muoveranno verso le coste ioniche e la Sicilia. La peste aveva ucciso un terzo della popolazione italiana. Mancavano braccia: quelle braccia giunsero dalla sponda orientale dell’Adriatico.

Particolare attenzione sarà dedicata alle strategie di adattamento e ai meccanismi che hanno favorito l’integrazione degli immigrati slavi e albanesi nella società marchigiana del Quattro-Cinquecento.

 

Sabato 7 Dicembre  h. 17 - Relatrice: Prof. Olimpia Gobbi

 

ANDARE: luoghi di partenza, mète, ceti, genere e mestieri degli emigranti marchigiani fra Ottocento e Novecento

Fra Otto e Novecento hanno lasciato la loro terra più di seicentomila marchigiani. La relatrice cercherà di far emergere la complessa realtà di tale imponente fenomeno migratorio, da alcuni considerato un vero e proprio esodo. Se ne approfondiranno non solo le forme organizzative e le destinazioni, ma anche gli aspetti psicologici e socio-culturali, gli impatti sulle comunità di partenza e sulla vita reale delle persone coinvolte.

 

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