Centro San Rocco - Interventi

Scrittori in rete - l'incontro con Marco Erba
Data pubblicazione : 07/03/2021
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Tante storie di scuola al centro di una vibrante testimonianza offerta dall'insegnante-scrittore Marco Erba al Centro San Rocco. - di Guglielmina Rogante

Si è concluso martedì 2 marzo “Scrittori in rete”, il breve ciclo di incontri voluto dal Centro Culturale San Rocco sul tema “Testimonianze educative”. Lo scrittore e insegnante Marco Erba, autore di romanzi per i giovani e del libro “Insegnare non basta” ( Vallardi, 2020) ha dato un coinvolgente contributo attingendo alla sua passione innata per l’insegnamento - una vera vocazione – e alla sua decennale esperienza nelle classi dei licei. Fondamentale per lui, attento e moderno seguace della lezione di don Bosco,  è che l’insegnante sappia scoprire “porte di accesso” nell’animo degli alunni, irrigiditi, oggi più che mai, dentro maschere che ne travestono la spontaneità e l’originalità, celando storie umane, spesso difficili, talora anche drammatiche. Allora, ha detto Marco Erba, occorre che l’insegnante voglia e sappia mettersi in gioco, spogliandosi di eventuali sue maschere narcissico-autoritarie, e sappia creare relazioni sincere con i giovani, che nella scuola vivono, subito dopo quella domestica, l’esperienza fondante della loro vita. Quelle relazioni che, ahimè, in tempo di pandemia, la Dad (didattica a distanza) ha cancellato, desertificando l’animo dei nostri ragazzi, che invece hanno fame di sguardi e di gesti veri, di incoraggiamento, di apprezzamento, di condivisione, perché la loro vita sociale e interiore è una lotta ardua per trovare, in libertà, una propria strada. Poi lo scrittore, raccontando molte storie di scuola, tutte contenute in “Insegnare non basta”,  ha parlato dell’importanza del leggere i classici e i moderni in classe, perché essi stessi possono costituire porte d’accesso magistrali verso la conoscenza di sé e le grandi domande della vita. E non meno valore ha assegnato all’insegnamento della storia che dà la consapevolezza che non si cammina sul vuoto, fa ragionare sugli accadimenti, apre gli occhi sui tranelli e le manipolazioni politiche. E su questo tema il suo bellissimo romanzo “Città d’argento” (Rizzoli 2020), uscito giusto per il 25° della strage di Srebrenica, dà una toccante lezione di come gli odi fomentati dai capi sulle masse possano creare voragini di efferatezze, ma anche di come l’umanità solidale dei singoli possa ricostruire ponti di convivenze.  

Guglielmina Rogante

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