Laicità ambigua nei testi scolastici nel fermano

31 Agosto 2010

Come direttore dell’Ufficio Diocesano Cultura propongo una riflessione su un fatto che, secondo noi, è preoccupante anche dal punto di vista culturale, oltre che specificamente religioso. Nelle scuole, la legittima “laicità” degli insegnamenti scolastici delle varie discipline sta scivolando verso una “laicismo” insostenibile. Ora ci limitiamo a considerare ciò che avviene in alcuni testi scolastici attinenti varie discipline: letterarie, storiche, artistiche, filosofiche, scientifiche. In essi, l’esposizione dei vari temi trattati avviene ignorando ogni dimensione religiosa e cristiana, cioè ogni riferimento a Dio e a Gesù Cristo. Ciò si verifica anche quando l’argomento esposto, nella sua oggettività e storicità, contiene una intrinseca dimensione religiosa e cristiana, quindi un riferimento a Dio e a Gesù Cristo.

Esporlo prescindendo da questa riferimento, e ignorandolo, ha come risultato una esposizione che dà una informazione falsa o incompleta. Qui tutto viene esposto “come se Dio non ci fosse” (per ricordare un noto detto); che diventa, anche, “come se Gesù Cristo non ci sia stato”. La legittima laicità e autonomia della varie discipline scolastiche, così, diventa laicismo dal punto di vista religioso.

Prendiamo come esempio un testo scolastico per la quinta elementare, presente nelle scuole del fermano: “Castelli in aria. Lingua e linguaggi. 5”, di Puggioni-Branda-Binelli, dell’editore Giunti del borgo. Prendiamo l’argomento: “Ricorrenze. Arriva il Natale”. Pur essendo un testo scolastico attinente la disciplina dell’Italiano, ci saremmo aspettati qualche riferimento a Gesù Cristo, trattandosi di illustrare aspetti della Festa del Natale; invece il nome di Gesù Cristo non appare mai, e mai si dice che è la festa memoria della sua nascita. Il Natale è la festa di Babbo Natale e il giorno della pace, ma nemmeno si cita il messaggio evangelico:”Pace agli uomini”. Viene riportato l’affresco di Giotto riproducente la Natività di Gesù, ma nell’ampia, e bella, illustrazione che se ne dà, ogni riferimento a Gesù è taciuto, e si tende a presentare l’affresco come una celebrazione della Natività in generale. Passiamo poi all’argomento: “Ricorrenze. Arriva la Pasqua”. Anche qui ci saremmo aspettati qualche accenno a Gesù Cristo; ma neanche qui il suo nome appare in alcun modo. La festa della Pasqua è illustrata con riferimento alle uova di Pasqua.

E’ vero che nella scuola esiste anche una specifica disciplina che è l’Insegnamento della religione cattolica; ma è culturalmente scorretto demandare ad esso ogni riferimento alla dimensione religiosa e cristiana degli argomenti trattati, ignorandola completamente nella altre discipline scolastiche.

Crediamo opportuno che anche agli editori di testi simili, per tanti aspetti pregevoli, pervengano osservazioni analoghe a quelle da noi fatte.

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