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Una festa nel Palazzo Apostolico in onore dell'85° genetliaco di Benedetto XVI
di Salvatore Cernuzio
CITTA’ DEL VATICANO, martedì, 17 aprile 2012 (ZENIT.org) – Ogni compleanno va festeggiato in modo speciale e anche il Santo Padre, ieri, ha voluto celebrare il suo 85° genetliaco concedendosi un regalo esclusivo.
Alle ore 12, infatti, nella Sala Clementina del Palazzo Apostolico, Benedetto XVI ha ricevuto una numerosa delegazione della “sua” Baviera, guidata dal Cardinale Reinhard Marx, Arcivescovo di Monaco e Frisinga, e dal Ministro Presidente della Baviera, On.le Horst Seehofer.
Un incontro festoso in cui il Pontefice ha accolto, tra le musiche e i canti della terra natìa, circa 170 connazionali, tra cui un gruppo di dieci bambini in costumi tradizionali che si è esibito nelle danze tipiche della regione.
Come regalo di compleanno, inoltre, il Papa ha ricevuto una cesta di prodotti tipici e un “Albero di Maggio”, dipinto con i colori della bandiera bavarese.
Dopo aver partecipato al coro che intonava l’“Inno della Baviera”, il Papa ha poi pronunciato un discorso breve, ma ricco di commozione in cui, oltre a ricordare la sua terra, ha ringraziato “uno per uno, nel suo cuore” gli invitati e il cardinal Marx, “per le Sue care parole come Pastore della diocesi dalla quale provengo, nella quale sono cresciuto e alla quale interiormente sempre appartengo”.
“Cosa dire in questa occasione? - ha esordito emozionato Benedetto XVI - Il mio sentimento va al di là delle parole e devo quindi proporre, a modo di ringraziamento, quello che non posso esprimere pienamente”.
Rivolgendosi all'on. Seehofer, il Santo Padre ha espresso, infatti, il suo sentito grazie per le parole del Ministro "attraverso le quali ha fatto parlare il cuore cristiano e cattolico della Baviera” e con cui “ha riportato al presente tutto quello che è stato importante nella mia vita”.
Il discorso del Ministro Presidente, infatti, ha fatto rivivere al Papa, come Lui stesso ha dichiarato, “una sorta di immagine speculare della geografia interiore ed esteriore” della sua vita. Una geografia che traccia un percorso che parte da Marktl am Inn, passa per Tittmoning, Aschau, Hufschlag e Traunstein e arriva fino a Ratisbona dove l'allora Joseph Ratzinger ha insegnato e a Monaco dove è stato Arcivescovo.
“In tutte queste tappe – ha osservato il Pontefice - c’è sempre un pezzetto della mia vita, una parte in cui sono vissuto, ho lottato e che ha contribuito a farmi diventare come sono e come ora mi trovo di fronte a voi, e come, un giorno, dovrò presentarmi al Signore”.
Un particolare ringraziamento è andato poi al vescovo della Chiesa evangelica di Monaco di Baviera e alla comunità ebraica, rappresentata dai dott. Lamm e Snopkowski, la cui amicizia cordiale, ha indicato il Papa, “mi aveva interiormente avvicinato alla parte ebraica del nostro popolo, presente in me in forza del ricordo”.
In occasione del suo festeggiamento, il Santo Padre ha voluto rivolgere un pensiero anche ai media, a tutti coloro, cioè, “che portano nel mondo quello che facciamo e che diciamo”. “A volte dobbiamo aggiustarlo un po’, ma cosa saremmo senza il loro servizio?” ha chiesto ironicamente.
Come nel suo recente viaggio in Messico e a Cuba, papa Benedetto, non ha poi dimenticato di menzionare i bambini, “nei quali – ha detto - riconosciamo che la Baviera continua ad essere fedele a se stessa e proprio per questo rimane giovane e progredisce”.
A ciò si aggiunge la musica ascoltata, che ha riportato la sua mente ai “suoni dell’infanzia”, in particolare del padre, il quale con il Zither, la cetra tipica bavarese, suonava Gott grüße Dich, “un suono che è anche del presente e del futuro”.
Un discorso breve, dunque, pronunciato a braccio, perché come ha spiegato il Papa stesso: “Il cuore ricolmo richiederebbe tante parole, ma mi limita perché sarebbe troppo grande quello che avrei da dire”.
“Vergelt’s Gott! – Dio ve ne renda merito!” è quindi l’auspicio finale del Pontefice, un’espressione che riassume tutta l'emozione e la gratitudine per questa bella festa di compleanno.
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