Archivio Notizie dalla Diocesi

Notizie dalla Diocesi
di Sebastiano Serafini - Docente di Teologia Morale Istituto Teologico Marchigiano - Pontificia Università Gregoriana
Dilexi te (“Ti ho amato”) è la prima Esortazione apostolica di Papa Leone XIV, firmata il 4 ottobre 2025 e pubblicata il 9 ottobre successivo. Per il suo primo documento ufficiale, papa Prevost fa proprio un progetto che era stato cominciato da Papa Francesco. Dilexi te segue infatti la quarta e ultima Enciclica del pontefice argentino intitolata Dilexit nos, pubblicata il 24 ottobre 2024, il cui secondo titolo è «sull’amore umano e divino del Cuore di Gesù Cristo». Questo collegamento evidenzia la continuità tematica riguardo all’amore di Cristo per l’umanità.
Gli schemi preparatori della Dilexi te furono predisposti da papa Francesco nei mesi precidenti la sua morte, mentre Leone XVI decise di completarla con i propri contributi. Si legge infatti al n. 3 dell’Introduzione:
«In continuità con l’Enciclica “Dilexit nos”, Papa Francesco stava preparando, negli ultimi mesi della sua vita, un’Esortazione apostolica sulla cura della Chiesa per i poveri e con i poveri, intitolata “Dilexi te”. Avendo ricevuto come in eredità questo progetto, sono felice di farlo mio – aggiungendo alcune riflessioni – e di proporlo ancora all’inizio del mio pontificato, condividendo il desiderio dell’amato Predecessore che tutti i cristiani possano percepire il forte nesso che esiste tra l’amore di Cristo e la sua chiamata a farci vicini ai poveri. Anch’io infatti ritengo necessario insistere su questo cammino di santificazione, perché nel richiamo a riconoscerlo nei poveri e nei sofferenti si rivela il cuore stesso di Cristo, i suoi sentimenti e le sue scelte più profonde, alle quali ogni santo cerca di conformarsi» (n. 3).
Nella Dilexi te, papa Prevost pone la povertà al centro della sua riflessione, presentandola come un problema strutturale e universale che riguarda tutte le società, e che si rende visibile in molteplici forme: dalla povertà economica a quella educativa, dai malati ai carcerati e a tutte le categorie più fragili della società. Papa Leone si dice «convinto che la scelta prioritaria per i poveri genera un rinnovamento straordinario sia nella Chiesa che nella società, quando siamo capaci di liberarci dall’autoreferenzialità e riusciamo ad ascoltare il loro grido» (n. 6), aggiungendo, poi, che
«la condizione dei poveri rappresenta un grido che, nella storia dell’umanità, interpella costantemente la nostra vita, le nostre società, i sistemi politici ed economici e, non da ultimo, anche la Chiesa. Sul volto ferito dei poveri troviamo impressa la sofferenza degli innocenti e, perciò, la stessa sofferenza del Cristo» (n. 9).
Il Pontefice sottolinea anche come le povertà sono diverse, materiali, morali, culturali, e «talvolta più sottili e pericolose» (n. 10), e che l’impegno a favore dei poveri rimane «insufficiente» (n. 10) in un mondo in cui emergono nuove forme di disuguaglianza, di esclusione, di discriminazione. Di fronte a tale situazione, l’Esortazione sottolinea la necessità di intrecciare l’impegno concreto nei confronti dei poveri con una radicale conversione socio-culturale che sia in grado di produrre un reale cambiamento di mentalità capace di incidere nei processi economici e politici.
La Dilexi te è suddivisa in una breve introduzione e in cinque capitoli.
Cap. I: Alcune parole indispensabili
Il primo capitolo descrive la povertà come una realtà strutturale caratterizzata da esclusione, disuguaglianza e perdita di diritti. Sottolinea il valore dei piccoli gesti di solidarietà e ricorda san Francesco d’Assisi come modello di rinnovamento. Il testo invita ad affrontare le cause più profonde della povertà, unitamente ad un cambio dell’atteggiamento sociale nei confronti della ricchezza.
Cap. II: Dio sceglie i poveri
Il secondo capitolo afferma che l’amore di Dio si rivela in una speciale attenzione verso i poveri, realizzata nella vita di povertà e carità di Gesù nei confronti degli emarginati. Sottolinea inoltre che un’esperienza autentica di fede è inscindibile dalla misericordia e dalla giustizia, e ciò conduce il ogni fedele all’amore verso i poveri e all’impegno contro lo sfruttamento e la ricchezza ingiusta.
Cap. III: Una Chiesa per i poveri
Il terzo capitolo presenta l’identità della Chiesa come indissolubilmente legata ai poveri, ripercorrendo una tradizione sociale che va dai primi cristiani alle voci. Il testo esamina le risposte istituzionali (la cura dei malati, l’ospitalità e l’assistenza monastica, la rieducazione e riabilitazione dei carcerati, la povertà mendicante come testimonianza pubblica e l’ascesa delle iniziative di educazione popolare) insieme ai ministeri contemporanei a favore dei migranti e degli emarginati della società. Attraverso esempi storici e pratiche attuali, il documento inquadra il servizio ai poveri non come una forma facoltativa di carità, ma come criterio di credibilità e rinnovamento pubblico.
Cap. IV: Una storia che continua
Il quarto capitolo colloca l’attuale attenzione sulla povertà nel contesto di 150 anni di Dottrina sociale della Chiesa cattolica, dalla Rerum novarum di Leone XIII alla Caritas in veritate di Benedetto XVI. Ricorda la visione del Concilio Vaticano II a favore di una “Chiesa dei poveri” e le conferenze latinoamericane di Medellín, Puebla, Santo Domingo e Aparecida. La povertà e la disuguaglianza sono descritte come «strutture di peccato», rafforzate da sistemi economici che escludono i più deboli.
Cap. V: Una sfida permanente
Il capitolo conclusivo afferma che la cura dei poveri è un segno permanente della Chiesa e dell’identità cristiana. Il testo invita sia a impegnarsi contro le «strutture di ingiustizia» sia a compiere gesti concreti, tra cui l’offerta di opportunità di lavoro e l’elemosina, come modi per incontrare Cristo negli emarginati.
L’Esortazione di Papa Leone XIV si pone dunque nel solco del magistero precedente sul tema della povertà, dell’attenzione e dell’amore ai poveri, dell’ascolto del loro ‘grido’, dell’opzione preferenziale per i poveri, e riconduce tutti i cristiani all’essenziale della propria fede, enunciando con forza e chiarezza che i poveri non sono una categoria sociologica ma la stessa “carne di Cristo”. Il fedele cristiano non può dunque considerare la povertà solo come un problema sociale, ma dovrebbe percepire il forte nesso che esiste tra l’amore di Cristo e la Sua chiamata ad essere vicini ai poveri, e cioè a riconoscere Gesù Cristo proprio nei poveri e nei sofferenti. Questa riflessione non è solo una questione di dottrina sociale ma è inquadrata profondamente in una prospettiva teologica e missionaria perché non siamo nell’orizzonte della beneficenza ma della Rivelazione.
In tal modo, il documento diviene un potente strumento di riaffermazione etica, poiché ricorda che il povero è innanzitutto soggetto di amore, non solo di aiuto: il cuore del messaggio “Ti ho amato” sposta dunque la prospettiva dall’assistenza all’amore incondizionato. Questo incoraggia a vedere nella persona fragile non solo un «caso» da gestire o un «utente» con un bisogno specifico, ma una persona di dignità inestimabile che merita affetto, rispetto e una relazione di prossimità e di amicizia.
Infine, Dilexi Te non si ferma alla carità individuale, ma spinge la Chiesa tutta a denunciare le strutture di ingiustizia che generano povertà, come l’indifferenza e la «dittatura di un’economia che uccide» (n. 92).Questo si traduce nell’impegno per il cambiamento culturale e politico, nel portare la voce dei «senza voce», nel lavorare affinché le politiche pubbliche siano più eque ed efficaci, soprattutto in un periodo in cui gli Stati rischiano con le loro scelte politiche egemoniche e con il crescente sostegno ad un’economia di guerra di aggravare la situazione precaria di centinaia di milioni di persone nel mondo e della salute del nostro pianeta.
Eventi dalla diocesi
Mercoledì 7 gennaio 2026, alle ore 21.15, presso l’auditorium di Villa Nazareth ci sarà un incontro di aggiornamento pastorale sul tema: Prassi virtuose di iniziazione cristiana in Italia. Interviene mons. Valentino Bulgarelli, Direttore dell’Ufficio catechistico della CEI.






