rosone

Notizie dalla Diocesi

Spariti gli incontri diretti, si vive solo di messaggi
Foto sommario

In Giappone due milioni di ragazzi hikikomori, ma aumentano anche in Italia

Sempre più dilagante il fenomeno hikikomori, letteralmente “Stare in disparte”. In Giappone si calcolano circa 2 milioni di ragazzi per il 90% maschi, ma è verosimile che, in realtà, si tratti di un numero molto più elevato; il basso numero di ragazze e certamente sottovalutato in quanto in Giappone è normale che le ragazze tendono a fare una vita più riservata e rimangano a casa perciò il loro comportamento non viene rilevato come allarmante. In Italia le ultime stime parlano di circa 600.000 tra adolescenti ed adulti. Ma negli ultimi tempi, soprattutto dal periodo del confinamento Covid, il fenomeno ha assunto dimensioni preoccupanti.

Il governo giapponese, vista la rilevanza sociale del problema, ha individuato alcuni criteri per diagnosticare con esattezza lo stato di hikikomori: non è una sindrome; ritiro completo dalla società per più di sei mesi; presenza di rifiuto scolastico e/o lavorativo; al momento di insorgenza di hikikomori non vengono diagnosticate schizofrenia,   ritardo mentale o altre patologie psichiatriche rilevanti; tra i soggetti con ritiro o perdita di interesse per la scuola o il lavoro sono esclusi coloro che continuano a mantenere relazioni sociali. (fonte Wikipedia). Si tratta, dunque, di ragazzi che si ritirano dalla vita sociale eliminando i rapporti scolastici e perfino con i parenti anche dentro casa; hanno contatti col mondo solo attraverso i social o il digitale in genere. Avvertono la loro vita con un senso di peso, inutilità e disprezzo sentendosi dei falliti, ma al contempo la violazione anche minima del loro spazio può scatenare un comportamento violento. Esiste una rete di autoaiuto in tutta Italia chiamata appunto Hikikomori, rivolta agli interessati e alle loro famiglie. Mi sono sentita pervasa da una enorme tristezza, mettendomi nei panni di queste persone e dei loro parenti.

In che contesto viviamo? Recentemente ho passato un'intera notte in aeroporto,in attesa del volo, senza poter riposare. Ho osservato la gente: nei bagni non si parla più, neanche una sillaba, né un cenno di mimica quando le persone si incrociano. Anche sulla metropolitana o sul treno: tutti sequestrati dal cellulare e chiusi nelle loro cuffie; lo sguardo assente: l'altro è vissuto come un intralcio, nella fretta di raggiungere la propria meta; i visi sempre più spenti e questo silenzio, che in altri momenti, forse, sarebbe stato desiderato, adesso si veste di un senso di indifferenza e di morte.

Immagino i genitori di un “ritirato”. Si chiederanno perché. A tavola parlano fra loro? Si guardano in faccia, loro, i genitori? Riescono a percepire lo stato d’animo dell’altro? Riescono a condividere il proprio? Chi sarà, nel grado di valori, il personaggio parlante più importante della casa? Sarà forse un parlante digitale satellitare?  Sentiranno il bisogno di essere esploratori di quali tesori nascondono dentro se stessi e si celano dentro tanto nascondimento e rudezza dei figli? O forse anche i genitori, presi dall’ansia di realizzare, non sanno sentire e non hanno mai esperito la gioia di essere amati così come sono? E… sanno amarsi così come sono? Hanno il coraggio di vedere con occhio critico, onesto e benevolo, l’eredità relazionale che hanno ricevuto? E sanno darsi il permesso della fantasia e del sogno per poter immaginare un rapporto nuovo?

In realtà penso che siamo tutti, più o meno, Hikikomori, quando preferiamo messaggiare e mandare frasi fatte al piacere di sentire la voce al telefono, non troviamo il tempo di incontrare direttamente una persona, abbracciarla. Veniamo da un periodo terribile e nefasto in cui si è distrutta l’umanità, viva e corporea, ipotizzando che il digitale, l’intelligenza artificiale possa appagare ed evolvere l’uomo. Credo che questo fenomeno, Hikikomori, sia un pungolo profetico per riprenderci la tenerezza e l’audacia dell’umanità. Coraggio, accettiamo la sfida!

 

Anna Maria Rita Daina (Psichiatra, Psicoterapeuta sistemico-relazionale)

Commenti dei lettori
0 commenti presenti
Aggiungi il tuo commento
indietro

Eventi dalla diocesi

08 dicembre 12:00

In Cattedrale

12 dicembre 21:15

Primo incontro del percorso formativo diocesano "Trame educative"

07 gennaio 21:15

Mercoledì 7 gennaio 2026, alle ore  21.15, presso l’auditorium di Villa Nazareth ci sarà un incontro di aggiornamento pastorale sul tema: Prassi virtuose di iniziazione cristiana in Italia. Interviene mons. Valentino Bulgarelli, Direttore dell’Ufficio catechistico della CEI.

25 gennaio

Secondo incontro del percorso formativo diocesano "Trame educative"

18 marzo 21:15

Terzo ed ultimo incontro del percorso formativo diocesano "Trame educative"

Copyright 2009 Arcidiocesi di Fermo - info@fermodiocesi.it | pec: economato.diocesifermo@legalmail.it | Redazione | Contattaci | Cookies / Privacy Policy

Arcidiocesi di Fermo: C.F. 90006790449 - Via Sisto V, 11 - Tel: 0734.229005