Archivio Riceviamo e pubblichiamo
Riceviamo e pubblichiamo
di Giacomo Assandri
Domenica scorsa, mentre mi preparavo a celebrare, dando un’occhiata al foglietto “la domenica” gli occhi mi sono caduti su un articolo in quarta pagina molto interessante. Esso tratta del canto e della musica nelle celebrazioni liturgiche. È, a mio avviso molto ben fatto e merita di essere letto. Anche se non aggiunge nulla a quanto già si sa, è interessante perché è il frutto di un’esperienza parrocchiale. Buona lettura e buona meditazione. Don David
Chi va in chiesa per una celebrazione liturgica, lo fa con uno spirito di partecipazione: con l’ascolto delle letture, la risposta a chi presiede, con il silenzio e, non ultimo, con il canto.
Ma come aiutare l’assemblea a cantare? Innanzitutto con canti conosciuti e adatti al tempo liturgico che si sta celebrando. Quelli nuovi, andranno tratti preferibilmente o dal “Repertorio nazionale di canti per la liturgia” o dai repertori approvati, evitando i canti composti per concerti o recitals. La melodia facile e con un’estensione non oltre l’ottava, così da poter essere appresa facilmente deve essere riproposta per un certo tempo anche con l’ausilio di un cantore-guida e con un accompagnamento semplice.
Importante è il ruolo dell’organista che, quando accompagna il canto – tenendo un occhio allo strumento e uno all’assemblea -, non deve prevalere, ma aiutare a mantenere il tempo e rimanere in tonalità. Pure il coro può essere d’auito, per esempio proponendo canti in alternanza con l’assemblea, magari con l’ausilio di una guida che dia gli attacchi al momento opportuno.
Un altro modo di aiutare ad apprendere i canti, grazie alle possibilità del giorno d’oggi e come faccio io stesso nella mia parrocchia con il coro parrocchiale, è di trascriverli al computer e salvarli in formato audio e inviarli via e-mail a chi desidera impararli, cosicché quando si recherà in chiesa li conoscerà già.
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