rosone

Dalla Chiesa Marchigiana

Il lavoro per Metropolia aiuta a camminare insieme
Data pubblicazione : 08/02/2016
Foto sommario

Con un incontro congiunto dei delegati al Convegno Ecclesiale di Firenze e dei membri del SERAC è stato avviato un percorso pastorale unitario per le diocesi marchigiane 

Papa Francesco a conclusione del suo intervento al V Convegno ecclesiale nazionale di Firenze (In Gesù Cristo il nuovo umanesimo) ha affermato: “Mi piace una Chiesa italiana inquieta, sempre più vicina agli abbandonati, ai dimenticati, agli imperfetti. Desidero una Chiesa lieta col volto di mamma, che comprende, accompagna, accarezza. Sognate anche voi questa Chiesa, credete in essa, innovate con libertà.” Un accorato appello ai delegati delle diocesi italiane al quale il Pontefice ha fatto seguire anche indirizzi concreti su cui orientare un’efficace azione pastorale: “Sebbene non tocchi a me dire come realizzare oggi questo sogno, permettetemi solo di lasciarvi un’indicazione per i prossimi anni: in ogni parrocchia e istituzione, in ogni diocesi e circoscrizione, in ogni regione, cercate di avviare, in modo sinodale, un approfondimento della Evangelii gaudium, per trarre da essa criteri pratici e per attuare le sue disposizioni, specialmente sulle tre o quattro priorità che avrete individuato in questo Convegno.” 
I delegati marchigiani al convegno di Firenze, i componenti del Servizio per l’attuazione del 2° Convegno regionale (SERAC), le Commissioni regionali per la Famiglia e il laicato si sono ritrovati presso il Centro Giovanni Paolo II di Loreto per raccogliere l’invito del Papa ad approfondire l’EG e impostare un’azione pastorale improntata alla sinodalità. Presenti il Cardinale Edoardo Menichelli, Arcivescovo di Ancona e presidente della Conferenza Episcopale Marchigiana, il vescovo di Jesi, mons. Gerardo Rocconi responsabile del SERAC, il Vescovo di Camerino-San Severino Marche, mons. Francesco Giovanni Brugnaro che ha accompagnato il cammino del convegno di Firenze e il Vescovo di Fabriano-Matelica, mons. Giancarlo Vecerrica incaricato dalla CEM per la pastorale giovanile. I lavori sono stati preceduti dalla preghiera e una lectio di mons. Brugnaro sul brano del Vangelo di Mc 6, 30-34. L’ascolto della Parola (EG) – ha sottolineato il presule - nutre e dà forza al nostro fare e aiuta a stare nella barca della fraternità, della comunione e della sinodalità.
Don Francesco Pierpaoli ha introdotto l’incontro ricordando il cammino compiuto dalle Chiese  delle Marche: 2° convegno regionale, preparazione e contributo della nostra regione al convegno di Firenze, la lettera pastorale dei Vescovi incentrata sulla famiglia, cuore e metodo della pastorale. Ha inoltre richiamato i Sinodi sulla famiglia e l’Anno giubilare, eventi che hanno offerto  indicazioni e insegnamenti importanti  per ridare slancio al cammino di una evangelizzazione rinnovata ed efficace,  pensata con discernimento comunitario per il nuovo tempo. Il metodo dei laboratori, sperimentato a livello marchigiano, è stato utilizzato anche a Firenze, una modalità che agevola il coinvolgimento di tutti e genera un movimento creativo, come auspicato dallo stesso papa Francesco. I lavori sono proseguiti in tre gruppi, articolati nelle Metropolie di Ancona, Fermo e Pesaro. Una scheda ha orientato la discussione, focalizzata in particolare sulle suggestioni vissute a Firenze, sulle relazioni tra presbiteri e laici, sul dialogo con la città e il territorio, sul rapporto con i giovani e su quali potrebbero essere i prossimi passi delle Chiese delle Marche camminando insieme in dialogo, collaborazione e sinergia. Lo scopo è di individuare iniziative concrete per partire con un’attività pastorale coerente con l’impostazione e le priorità di Firenze. 
Le proposte scaturite dalla discussione dei tre gruppi sono state illustrate per grandi linee all’assemblea. Per Pesaro occorre evitare due rischi: che la sinodalità rimanga solo un proclama e località di una stessa Chiesa si muovano con velocità diverse. E’ necessario rafforzare i collegamenti tra diocesi e garantire la reale rappresentatività dei Consigli pastorali. Si suggeriscono riunioni periodiche dei Consigli pastorali diocesani delle metropolie. Le rigidità parrocchiali, ove esistano, possono essere rimosse promuovendo esperienze di fraternità. Il Serac dovrebbe elaborare schede di lettura sull’EG. Ancona ha proposto di lavorare sulla pastorale universitaria e sui giovani verso i quali sono state già sperimentate esperienze positive. Vanno intensificati i rapporti con gli insegnanti di religione e proposti progetti alle scuole, dialogando con i dirigenti. I campi missionari vanno ampliati e intensificati. Sarebbe molto utile raccogliere le buone prassi comuni e individuare poche idee dell’EG per poi metterle in atto. Gli Uffici delle diocesi debbono lavorare insieme e gli Istituti di studi religiosi vanno utilizzati meglio.  Fermo ha espresso la convinzione che il discernimento comunitario vada posto al centro dell’azione pastorale, perché può diventare fermento e lievito di crescita corale. Tale scelta può comportare il cambio dello sguardo, che deve sempre essere unitario. Occorre promuovere esercizi pratici di comunione  e incontrarsi con stile, senza gerarchie precostituite. I giovani sono il campo da affrontare con maggiore vigore e iniziative creative. Tutto ciò può aiutarci a ricongiungere le generazioni e migliorare l’obbedienza pastorale. Le comunità parrocchiali vanno  valorizzate, in particolare per la capacità di progettare missioni in maniera creativa. Il Cardinale Menichelli ha concluso i lavori esprimendo gratitudine ai partecipanti per la disponibilità e l’impegno profusi. Ha sottolineato che la sinodalità è un modo di essere e di vivere; la precondizione, però, è quella di starci. Le Metropolie possono essere  lo strumento per aiutarci a lavorare e camminare insieme. Le Diocesi vanno riviste attraverso processi partecipativi locali, altrimenti c’è il rischio di soluzioni imposte dall’alto. E’ indispensabile recuperare una più forte passione perché nelle nostre comunità si avverte stanchezza. 
 
 
Sauro Brandoni
 
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