La Pace e l’impegno della Chiesa nel dialogo interreligioso

La Pace e l’impegno della Chiesa nel dialogo interreligioso
Ogni diocesi in Italia promuove iniziative di confronto con tutte le religioni esistenti sul suo territorio ecclesiastico
Tempo fa, negli anni in cui i monaci e studiosi delle diverse religioni approfondivano e trascrivevano i testi religiosi che erano conservati con orgoglio lungimirante nelle loro biblioteche, le biblioteche e i centri di studio erano una sorte di isole della scienza che racchiudevano sia la fatica umana del pensare sia lo sforzo umano di conoscere il mistero di Dio nel mondo. Oggi ogni biblioteca conserva con attenzione non solo i libri di un’area culturalmente circoscritta ma anche i libri dei territori che una volta erano sconosciuti nella coscienza culturale e religiosa altrui. La tecnica, la mobilità dei popoli degli ultimi secoli, in grande aumento rispetto al passato, hanno fatto nascere un mondo che non è più un’isola. In questo nuovo orizzonte di comunicazione e la possibilità della conoscenza dell’altro le sfide non si sono lasciate aspettare. Siamo passati dalla paura dell’altro, della sua cultura della sua identità a una consapevolezza che richiama ogni persona a prendere atto delle differenze culturali e religiose altrui. Incontro delle culture non più possibile solo agli incroci dei borghi, dove insieme con la merce passava spesso lo scambio di libri, cultura e
scienza, ma è diventato un luogo comune. Persone di diverse culture e religioni nascono e crescono nelle stesse aree geografiche. Dalle scuole d’infanzia passando per le università e arrivando in posti di lavoro le città sono diventate luogo del pluralismo culturale e religioso. Ciò che minaccia questa coesistenza è la paura della perdita di identità che porta spesso ai conflitti sia di carattere culturale ma anche purtroppo di carattere bellico. La paura per la perdita dell’identità in un mondo plurale rischia di metterci in un atteggiamento di diffidenza che genera instabilità, ostilità e conflitti. Questa instabilità generata dalla paura dell’altro, dal diverso, in un orizzonte mondiale genera conflitti armati, semina morte e distruzione. La Speranza della Pace tra popoli e identità diverse sembra un orizzonte quasi impossibile a causa della corsa di armarsi. Soldi e risorse impressionati sono gli investiti in questa corsa. In questo contesto la voce della Chiesa è forte, opponendosi a ogni forma di violenza e i cristiani sono invitati a stare da pare dei deboli e indifesi in un contesto plurale e diversificato.
Il dialogo interreligioso promosso dalla Chiesa Cattolica intende promuovere un’amicizia sociale
definibile in termini di convivenza pacifica tra le persone e i populi che da una parte non è una minaccia alla propria identità e d’altra auspica vie di convivenza pacifica e della conoscenza dell’altro. L’amicizia sociale coniata da Papa Francesco si trova in continuità con il Magistero della Chiesa e del Concilio Vaticano II, che nei suoi documenti chiede ciò che la Preghiera Eucaristica recita: “In un mondo lacerato da discordie la tua Chiesa risplenda segno profetico di unità e di pace”. Papa Paolo VI, Papa Giovanni Paolo II, Papa Benedetto XVI, Papa Francesco nei numerosi appelli e gesti si sono impegnati sulla strada aperta da Papa Giovanni XXIII nella promozione del dialogo con le altre culture e religioni richiamando sempre alla convivenza pacifica dei popoli e culture. Oggi, Papa Leone XIV porta con dedizione la missione per la Pace attraverso il suo ministero petrino facendosi voce per una soluzione diplomatica dei conflitti bellici e il silenzio delle armi espressa sinteticamente nell’espressione “pace per il mondo, disarmata e disarmante” che diventa l’orizzonte del suo Pontificato anche nella situazione preoccupante di oggi. Senza paura e spesso scomoda, la Chiesa non cessa di farsi voce dei più fragili e indifesi in questo mondo complesso e complicato. Dialogo interreligioso è promosso ormai da tanto tempo dalla Chiesa Cattolica in quanto la sua missione è di essere luce del mondo, ciò che il documento Lumen Gentium stesso auspica, una luce che nasce dalla fede in Cristo Risorto, una speranza che afferma la vittoria di Cristo sulla sofferenza, sul peccato e sulla morte che è un dato di fede che non toglie la responsabilità cristiana, è invita il cristiano che sia impegnato nelle vicende umane nel promuovere i valori del Vangelo.
La Chiesa sa che per arrivare la pace è necessario impegno di tutti attori del mondo, attori culturali, politici e religiosi. Partendo dal principio del bene comune, della solidarietà, dalla sussidiarietà dall’orizzonte della giustizia sociale chiede ai cristiani di impegnarsi nella promozione di questi aspetti in quanto la persona umana, il suo bene e la sua salvezza sono orizzonti di senso nella particolarità storica di ciascuna. Innumerevoli incontri promossi dalla Chiesa Cattolica in tutto il mondo nell’ambito del dialogo interreligioso sono segni visibili di una chiesa presente nella società, una Chiesa che si fa carico di problemi del mondo, delle domande profonde di senso di ogni essere umano. I documenti magisteriali, incontri reali tra le persone di diversi fedi per cercare insieme la Pace, in un mondo geopolitico complicato, fanno della Chiesa una voce autentica del Vangelo in quanto “La promozione della pace nel mondo è parte integrante della missione con cui la Chiesa continua l’opera redentrice di Cristo sulla terra (DSC 516)”. La Pace non è solo uno slogan, non è solo un’opposizione alla guerra ma è una tensione tra i valori da proporre al mondo nel rispetto dei valori altrui, è sempre una tensione interrogante che denuncia l’atteggiamenti di morte e distruzione, è una tensione realizzabile che viene costruita solo attraverso il rispetto altrui in tutto ciò che la persona è. In termini della filosofia politica, ciò che la Chiesa ci insegna è che la Pace è possibile solo facendo sintesi a favore della persona tra personalismo e giustizia sociale. Allargando gli orizzonti tra personalismo etnico, nazionale come personalismo identitario e giustizia sociale la Chiesa attraverso la voce dei suoi membri cerca di contrastare con azioni pacifiche e il dialogo ogni forma di distruzione e guerra. Sempre le guerre annientano l’identità, calpestano le differenze, uniformizzano o rifiutano le diversità, le personalità, populi e nazioni. La realtà geopolitica odierna fa emergere la Chiesa come voce autorevole che conserva questa tensione nella promozione e richiamo alla Pace, non calpestando né la storia dei popoli né le giuste e legittime aspirazioni. Spesso le coordinate geopolitiche vogliono soprappore portando alla confusione la dimensione politica e la dimensione religiosa. Una politica che non si interroga sui principi della Dottrina sociale della Chiesa, non come un’alternativa alla propria politica ma come un atto dialogico su cui riflettere, allora la morte del dialogo proclama la vittoria bellica. Non di rado, modelli politici proclamano come salvezza dell’uomo, della persona, delle nazioni la morte altrui come affermazione della salvezza propria, ciò che porta inevitabilmente allo scontro militare. La guerra a pezzi denunciata da Papa Francesco affermava con chiarezza la deviazione degli orientamenti politici a danno delle persone e delle nazioni. La guerra ideologica è la negazione della libertà umana (personalismo) frutto di un immenso lavoro della ricerca umana ed una antropologia elaborata alla luce di diversi fedi, a cui si oppone la negazione della libertà umana attraverso i regimi totalitari ed assolutistici che vietano il personalismo e implicitamente non lasciano spazio alla giustizia sociale. La Chiesa è contraria a ogni atto che procura la sofferenza e la morte, richiamando tutti attori, politici, culturali e religiosi a promuovere l’equilibro tra il rispetto dell’identità di ciascuno e giustizia sociale, un equilibrio che è capace di portare la Pace tra persone e populi. L’equilibrio che comunamente chiamiamo “una vera pace è resa possibile soltanto dal perdono e dalla riconciliazione” DSC 518). Purtroppo nei tempi in cui l’umanità ha saputo mantenere questo equilibrio tra identità e giustizia sociale, ha trovato spazio anche la fabbricazione delle armi e le tecnologie belliche. Questo mistero del male nella storia non spaventa la Chiesa che si fa voce per una Pace che sia frutto di atti disarmati e disarmanti e la Chiesa vuole essere “testimonianza viva di verità e di libertà, di giustizia e di pace, perché tutti gli uomini si aprano alla speranza di un mondo nuovo” come recita la Preghiera Eucaristica. La Pace è un compito da compiere; è una tensione continua tra pensare e agire, un costruire ponti attraverso il dialogo, anche se a volte il dialogo viene rifiutato, negato.
La guerra non è mai una soluzione sana nei confronti del creato e implicitamente del Creatore.
Ogni persona, popolo o nazione ha una storia di identità che spesso non viene raccontata o
ascoltata. Il Concilio Vaticano II attraverso il documento Nostra Aetate invita tutti gli uomini di buona volontà di osservare nell’altro il raggio di verità: “La Chiesa cattolica nulla rigetta di quanto è vero e santo in queste religioni. Essa considera con sincero rispetto quei modi di agire e di vivere, quei precetti e quelle dottrine che, quantunque in molti punti differiscano da quanto essa stessa crede e propone, tuttavia non raramente riflettono un raggio di quella verità che illumina tutti gli uomini” (NA 2). Il documento riconosce che ogni cultura religiosa, che qualche modo ogni persona, popolo e nazione è un libro aperto che viene conservato nelle biblioteche e continua la sua storia sulle strade del mondo. Libri di diverse culture e religioni conservano la propria identità sugli scaffali senza controbattere la storia raccontata dal libro vicino. Le biblioteche sono luoghi del silenzio che trasmettono a chi li legge la ricchezza dell’altro, della meraviglia dell’essere, del mistero dell’uomo nella storia e del mistero di Dio.
La Chiesa Italiana è impegnata in modo attivo nella società nel promuovere il dialogo interreligioso a tutti livelli, ma soprattutto “La Chiesa lotta per la pace con la preghiera” (DSC 519). Ogni diocesi in Italia promuove iniziative di dialogo con tutte le religioni esistenti sul suo territorio ecclesiastico, aiutando le persone a incontrarci, dialogare, conoscersi e in tanti posti portano progetti per il bene comune e conservare la Pace. Il dialogo con altre religioni non è una minaccia all’identità di fede e
tutti i credenti in Cristo Risorto sono chiamati a testimoniare la loro fede in Gesù in un mondo plurale e diversificato. Questa dinamica di dialogo promosso dalla Chiesa, a tutti i livelli, è il lavoro constante e immenso che la Chiesa Italiana sta facendo, perché la Chiesa sia luce per ogni persona di buona volontà. In tal senso la Chiesa promuove “Le Giornate Mondiali della Pace che sono celebrazioni di particolare intensità per la preghiera di invocazione della pace e per l’impegno di costruire un mondo di pace” (DSC 520). Scrive il cardinal Martini: dinanzi alle sfide del mondo contemporaneo, il compito di servire Dio “spalla a spalla” (Sof. 3,9) lavorando insieme per la giustizia e la pace costituisce un’opera di proporzioni immense. Si tratta infatti di collaborare con Dio da uomini liberi per restaurare nel mondo la signoria dell’Altissimo.
Don Cristian Bulai (Assistente spirituale delle Acli)
Eventi dalla diocesi
Mercoledì 7 gennaio 2026, alle ore 21.15, presso l’auditorium di Villa Nazareth ci sarà un incontro di aggiornamento pastorale sul tema: Prassi virtuose di iniziazione cristiana in Italia. Interviene mons. Valentino Bulgarelli, Direttore dell’Ufficio catechistico della CEI.






