rosone

Per la pace nel mondo serve anche la preghiera

L’invito di Papa Leone XVI a recitare il Rosario, ma il primo passo va fatto in noi stessi diffondendo  il “profumo” di Cristo che è armonia, bellezza, condivisione, fratellanza.

 

Madre_CeciliaPapa Leone XIV, al termine dell’udienza generale di mercoledì 24 settembre ha rivolto a tutti i fedeli quest’appello: “Il mese di ottobre ormai vicino, nella Chiesa è particolarmente dedicato al Santo Rosario, perciò invito tutti ogni giorno del prossimo mese a pregare il Rosario per la pace, personalmente, in famiglia, in comunità. In particolare la sera di sabato 11 ottobre lo faremo insieme qui, in piazza San Pietro, nella veglia del Giubileo della Spiritualità Mariana, ricordando anche l’anniversario dell’apertura del Concilio Vaticano II”. Sollecitati da quest’appello, sentiamo il desiderio di “svegliarci” innanzitutto da una specie di torpore che ci fa assistere in modo passivo alle tragedie del mondo, sempre ‘distanti’ da noi e che ci fanno cadere, come afferma la senatrice Liliana Segre, “nell’indifferenza più colpevole della violenza stessa. È l’apatia morale che si volta dall’altra parte”.

Riecheggia ancora la preghiera di Francesco, giullare di Dio, celebrato qualche giorno fa:

“Signore, fa’ di me uno strumento della tua pace:

dove è odio, fa’ che io porti amore,

dove è offesa, ch’io porti il perdono,

dov’è discordia, ch’io porti l’unione,

dov’è dubbio, fa’ch’io porti la fede,

dove è l’errore, ch’io porti la verità,

dove è la disperazione, ch’io porti la speranza”.

A quest’invocazione fanno eco le parole della Regola di San Benedetto, un altro grande della terra umbra. “Il Signore, cercando il suo operaio tra la moltitudine a cui lancia quest’appello, dice: «Chi è l’uomo che vuole la vita e arde dal desiderio di vedere giorni felici?». Se ascoltando questo tu rispondi: «Io», Dio ti dice: «Se vuoi avere la vita vera ed eterna, trattieni la tua lingua dal male e le tue labbra non proferiscano menzogna. Allontanati dal male e opera il bene, cerca la pace e seguila» (…) Fratelli carissimi, che può esserci di più dolce per noi di questa voce del Signore che c’invita? Ecco, nella sua misericordiosa bontà il Signore ci indica la via della vita!” (RB Prol. 14-20).

Signore, donaci la pace, pace nel nostro cuore, pace nella nostra famiglia, pace nella nostra comunità e pace nel mondo. e dinamiche che attivano tensioni e conflitti iniziano, dunque, da noi e vicino a noi: nel nostro quotidiano, nelle relazioni personali! L’educazione alla pace allora non si limita ad analizzare i grandi sistemi, ma si concentra. innanzitutto su di un lavoro su noi stessi e sul modo di vivere le relazioni. Un cristiano è dinamico nella sua crescita, non può restare “appollaiato” sulla nostalgia del passato, quella tendenza che Papa Francesco definiva “ indietrismo”: non si può tornare indietro, la vita scorre, ma il cristiano sa sempre scorgere nei tempi che vive la “novità” ed una nuova “opportunità”.

Madre_Cecilia_duePapa Leone XIV, nell’incontro con i giornalisti il 12 maggio scorso, citando S. Agostino, invita il cristiano a non scadere nella mediocrità: «Viviamo tempi difficili da percorrere e da raccontare, che rappresentano una sfida per tutti noi e che non dobbiamo fuggire. Al contrario, essi chiedono a ciascuno, nei nostri diversi ruoli e servizi, di non cedere mai alla mediocrità. La Chiesa deve accettare la sfida del tempo e, allo stesso modo, non possono esistere una comunicazione e un giornalismo fuori dal tempo e dalla storia. Come ci ricorda S. Agostino che diceva: “Viviamo bene e i tempi saranno buoni” (cfr Discorso 311). Noi siamo i tempi». Charles Péguy scrisse:

“C’era la cattiveria dei tempi anche sotto i Romani…. ma Gesù non si sottrasse…Non incriminò il mondo, Egli  salvò il mondo”. Anche noi dobbiamo comportarci come Lui, avere la fiamma della speranza sempre accesa e con Teilhard de Chardin affermare: “L’avvenire è migliore di tutti i nostri passati”.

Una riflessione come premessa alla preghiera. Serve davvero pregare per la pace del mondo?

Si, serve per cambiare il nostro cuore e il nostro sguardo e perché, come asserivo prima, ogni guerra comincia in noi ed attorno a noi, se non riconosciamo in chi ci sta vicino un fratello. Serve perché, dove non arriviamo noi, supplisce la forza dello Spirito Santo che tocca i cuori di chi deve prendere decisioni, che guida le menti, che parla ai cuori, che consola chi è nell’afflizione.

In Luca 1,37 è scritto che “nulla è impossibile a Dio”: lo crediamo e per questo motivo affidiamo a Lui le sorti del mondo, facendo sempre la nostra piccola parte. Pregare per la pace è entrare nel cuore di Dio che per primo la desidera e perciò c’invita al perdono,all’accoglienza, alla solidarietà. Pregare per la pace è riconoscere il bisogno di conversione, purificare il nostro cuore, rivolgersi a Lui come il pubblicano che non osa alzare lo sguardo, ma proprio su di lui si posa quello del Signore.

Può la preghiera fermare la guerra? Gesù stesso ha chiesto di pregare e noi lo facciamo, fidandoci di Lui “ Poiché dove due o tre sono riuniti nel mio nome, lì sono io in mezzo a loro” (Mt 18,20).

Ecco la forza della preghiera che mai manca in Monastero, che non è occasionale, ma come sentinella del mattino, sveglia ogni giorno l’aurora. Questo dono è indispensabile come il respiro, ci apre a Dio e al prossimo, accogliendo nel cuore tutte le ansie, i problemi dei fratelli, dilatandoci nella carità, invocando su ciascuno la benedizione di Dio.

Tutti i giorni, dunque, si prega per la pace nel mondo, partendo- come già detto- da noi stessi, dal nostro ambiente. Consapevoli delle nostre fragilità, le accoglieremo e presenteremo al Signore affinché guarisca le nostre ferite e ci renda testimoni gioiosi del Suo Amore Misericordioso.

Diffonderemo così il “profumo” di Cristo che è armonia, bellezza, condivisione, fratellanza.

Inserite pienamente nella Chiesa di cui – come dice S. Teresa di Lisieux- siamo il cuore, ci uniremo con gioia al nostro caro Papa Leone XIV e a tutto il mondo sabato 11 Ottobre per pregare insieme il Rosario, come facciamo in tante occasioni: una vera cordata per il bene dell’umanità!

 

Madre Maria Cecilia Borrelli (Famiglia Monastica Benedettina Fermo)

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