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Presente l’Arcivescovo Pennacchio, se ne è parlato a Fermo per iniziativa dell’Archiconfraternita con Giovanni Martinelli. Nella serata applaudito concerto di musica sacra
FERMO – Non è tradizione, ma fede e testimonianza storica. Della Sacra Spina (per l’occasione esposta alla venerazione dei fedeli) e delle sue vicende fra Sant’Elpidio (alla quale la donò il generale agostiniano fra Clemente) e Fermo, dove è custodita dal 9 settembre 1377, si è parlato in una bella serata organizzata nella chiesa di Santa Lucia dall’Archiconfraternita della Sacra Spina.
E’ stato Giovanni Martinelli, storico delegato arcivescovile per le confraternite, a raccontare le vicende della preziosa reliquia, dal suo arrivo a Sant’Elpidio, dono del re di Francia Filippo II al beato Clemente, della tragica notte del sacco elpidiense, delle vicende e della sua venerazione a Fermo.
Sul valore di fede della reliquia si è soffermato l’Arcivescovo mons. Rocco Pennacchio, che ha avuto anche parole di apprezzamento per l’attività dei giovani dell’Archiconfraternita che ne stanno rilanciando scopi e testimonianza, come ha sottolineato nel suo saluto il Governatore Emanuele Luciani.
Apprezzato poi l’esecuzione musicale per organo (Giulio Fratini) e voci (Letizia Ferracuti e Maria Khachatryan soprani, Nenad Koncar tenore), un viaggio nella musica sacra dal mediovo all’800 romantico.
19 marzo 2018