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L'Agnello che salvò il gregge

L'Agnello che salvò il gregge: Auguri di Natale da Don Ubaldo Ripa e da tutta la vicaria della ValdasoAuguri di Natale da Don Ubaldo Ripa e da tutta la vicaria della Valdaso

Quando don Giordano mi ha ricordato il compito a casa per gli auguri di Natale da pubblicare sulla Voce delle Marche, mi trovavo sul Monte Sibilla in mezzo a un gregge che rosicchiava le ultime erbe di questo autunno prolungato, e finalmente è scattata la risposta al tema assegnato: quale dio ci può salvare se non l'Agnello Immolato dell'Apocalisse? Eccovi la Storia che me lo ha richiamato.
Era l'estate del 1985 e stavo a Sperone, località di Gioia dei Marsi in Abruzzo, al Campo con gli Scout di San Giuseppe Artigiano sulla Tiburtina, nostra Parrocchia Romana di quell'epoca.
Per la cena di fine Campo si era deciso con i Capi di fare una bella braciolata d'agnello al fuoco di bivacco e io mi incaricai di trovare quello giusto.
C'era un Pastore a condividere i prati con noi e in dieci giorni eravamo diventati amici scambiandoci favori di buon vicinato; gli chiesi di vendermi un agnello e lui mi portò al recinto dove teneva quelli già svezzati: in mezzo a tutti splendeva di un manto giallo-oro quello che doveva essere il prototipo degli agnelli che si dovevano usare per la pasqua ebraica: di un anno e senza difetti... Voglio quello, dissi al Pastore, e lui subito: no, quello no; ma perchè, ribattei, lo hai già promesso a qualcuno? No, rispose; e allora dallo a me! No, ti dò questi due capretti per lo stesso prezzo o ti dò qualsiasi altro agnello, anche più pesante, a prezzo scontato... Non volle o non seppe dire perchè era speciale anche per lui quell'animale e io non pensai in quel momento che poteva tenerlo per la riproduzione e farne tanti altri belli come lui; insistetti e il Pastore me lo dette.
Lo portai al campo perchè era bello da vedere, perchè aveva salvato gli altri agnelli del gregge e perchè nessuno mai si illuda, quando mangia carne, di non essere ancora al tempo delle caverne se per alimentarsi uccide animali.
L'intenzione era buona, ma non avevo calcolato la sensibilità femminile delle nostre Sorelle Scout: le Ragazze subito si avvicinarono per accarezzarlo mentre Lui già stava serio, pronto, sentendo la sua fine. Come è bello! Che splendida lana! Tutta giallo-oro e fitta fitta che pare una moquette... Quando poi seppero che l'Agnello sarebbe stato sacrificato per la Cena di fine campo all'unissono gridarono che non ne avrebbero mangiato, e non me mangiarono. Ma neanche questa astensione bastò per salvarlo in quanto era già stato pagato e tutti i Ragazzi erano pronti ad assumersi la responsabilità di essere carnivori... Al momento dell'uccisione, a cui parteciparono solo quelli che vollero, il Pastore alzò gli occhi al cielo come in un rito ancestrale, presente in tutte le Cività di questa Terra, e disse:"Che Dio ci perdoni questo sacrilegio".
Per ritornare al tema, è chiaro che non esiste un dio con la D minuscola; esiste solo l'Unico Dio, Santissima Trinità, che nel Figlio si svuota per far esistere noi e quando non capiamo si fa Bambino, si fa Servo, si fa Crocifisso, si fa Pane, si fa Agnello... a Lui la Gloria, la Potenza, la Divinità e l'Onore per tutti i secoli dei secoli. Amen!

Commenti dei lettori
1 commenti presenti
  • falcolucente

    22-12-2011 14:32 - #1
    mi ricorda San Paolo: Dio che si fa tutto in tutti... onnivori, vegetariani e carnivori , gli onnivori consapevoli che ne traggono nutrimento per la completezza della persona(corpo, mente e spirito) hanno la responsabilità di dimostrarlo
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