12 Dicembre 2009
"Le profonde trasformazioni economiche, culturali e sociali del territorio": Chiesa ed istituzioni si interrogano
“Difendere la verità, proporla con umiltà e convinzione e testimoniarla nella vita sono pertanto forme esigenti e insostituibili di carità”
Il Convegno tenutosi nella Sala dei Ritratti del Palazzo dei Priori di Fermo,che ha visto la presenza di numerose Istituzioni della Diocesi, di Associazioni civili e dei rappresentanti degli Uffici delle Pastorali Diocesane oltre che di privati, ha inteso comunicare alle Istituzioni, alle Organizzazioni sindacali, alle Associazioni civili ed ecclesiali:
- la sintesi di una ricerca condotta sul territorio nel 1°anno di vita dell’Ufficio della Pastorale Sociale e del Lavoro negli ambiti del Lavoro - Famiglia - Tempo libero e mass media - Incontro con le nuove povertà – Ambiente - Formazione dei giovani , illustrata dai giovani animatori del territorio.
- un approfondimento della stessa attraverso la lettura ed il commento attualizzato di esperti
- la lettura di brani dell’Enciclica Caritas in Veritate , che esprimono il pensiero della Chiesa e consentono un riflessione profonda alla luce dei valori cristiani; la lettura è stata realizzata con il sottofondo del suono di un’arpa che ha permesso una migliore interiorizzazione della stessa
Di fronte alla ricerca che evidenzia l’esigenza trasversale in tutti gli ambiti esperiti di poter costruire relazioni per il formarsi dell’ identità, di poter essere protagonisti del proprio progetto di vita, di respirare nel proprio territorio valori di appartenenza e di condivisione, gli approfondimenti hanno realizzato un percorso che potremmo sintetizzare così:
- Ogni processo di sviluppo è anche un processo di distruzione.
- Ogni crisi ci permette di vedere e comprendere come si è operato , se con principi etico-morali o generando forti tendenze di conflittualità tra i soggetti determinando la rottura dei rapporti in tutti i settori della vita dell’uomo.
- Intessere relazioni all’insegna dell’eticità rappresenta la possibilità di affrontare in positivo le trasformazioni sociali ed economiche avvenute
“Chi ama con carità gli altri è anzitutto giusto verso di loro.
Non solo la giustizia non è estranea alla carità, non solo non è una via alternativa o parallela alla carità: la giustizia è inseparabile dalla carità”
“Una delle più profonde povertà che l’uomo può sperimentare è la solitudine. A ben vedere anche le altre povertà, comprese quelle materiali, nascono dall’isolamento, dal non essere amati o dalla difficoltà di amare”
Il professor Alberto Niccoli, docente di politica economica e finanziaria nell’Università Politecnica delle Marche, dopo aver ascoltato i risultati della ricerca e facendo una analisi più di carattere etico che non economico della crisi, ribadisce che il vivere in un mondo sociale ci permetterebbe di risolvere ogni problema se solo ci chiedessimo cosa potremmo fare per gli altri, prima ancora che per noi stessi.
Inversamente egli rileva come questo sia il tempo dell’individualismo , della rottura di rapporti, del vivere la crisi scegliendo la separazione, sia a livello economico che in tutti i settori della vita umana.
Facendo una considerazione di carattere etico sprona imprenditori, istituzioni, associazioni ed ogni persona a fare scelte precise , senza barcamenarsi; dall’economia a tutti i settori della vita dell’uomo, c’è l’invito a diventare soggetti attivi e scegliere.
Quali le difficoltà di questo territori e quali spinte sociali e tecnologiche di rinnovamento?
La tecnica – è bene sottolinearlo- è un fatto profondamente umano, legato all’autonomia e alla libertà dell’uomo. Nella tecnica si esprime e si conferma la signoria dello spirito sulla materia.
Lo spirito, "reso così meno schiavo delle cose, può facilmente elevarsi all’adorazione ed alla contemplazione del Creatore"
Luca Romanelli, manager e studioso dell’economia locale, co-autore del testo : ”Innovare per crescere, una strategia della conoscenza per il territorio”, dopo aver evidenziato le negatività di questo territorio che si basano su carenze infrastrutturali, ma anche sulla miopia , sull’autoreferenzialità dei soggetti addetti all’economia , evidenzia “strategie baricentrali”per il sistema competitivo locale proponendo per tutti i settori di sviluppo del territorio (calzatura, edilizia, artigianato, agricoltura, turismo) di aprire le proprie prospettive incrementando la ricerca e la formazione, creando sinergie con il sistema scolastico, le università,le nuove tecnologie; a livello istituzionale investe di questa responsabilità l’assessorato all’innovazione ed allo sviluppo economico
Con il termine “educazione” non ci si riferisce solo all’istruzione o alla formazione al lavoro, entrambe cause importanti di sviluppo, ma alla formazione completa della persona. A questo proposito va sottolineato un aspetto problematico:Per educare bisogna sapere chi è la persona umana, conoscerne la natura.
Gabriele Gabrielli, docente di organizzazione e gestione delle risorse umane ed editorialista dell’Avvenire chiamato a parlare in conclusione della sfide educativa che ci troviamo ad affrontare, descrive le due caratteristiche su cui lo sviluppo si è mosso fino ad ora :
- la progressiva commercializzazione per cui il valore di un oggetto è dato solo dal valore di scambio e non di uso: il lavoro di qualcuno è importante fino a quando mi è utile. In questo senso il valore della relazione non trova strada
- la spettacolarizzazione che frammenta ogni cosa per guadagnare; l’uomo non è più integrale ma frammentato, oggi vengono commercializzati anche i sentimenti, la malattia, tutto diventa show ( operai e ricercatori sui tetti) , il merito non fa più notizia.
E’ un modello educativo che crea disagio, paura, timore, siamo schiacciati dal contratto.
E’ necessario ripartire dall’antropologia , mettere al centro la dimensione della relazione con se stessi, con gli altri e con il sociale.
La “relazione“ è il tema della sfida educativa: stiamo insegnando ai giovani che la relazione del lavoro ha solo la dimensione del mercato, prediligere questa prospettiva significa impoverire il modello educativo.
Si deve andare oltre, al centro deve esserci la persona, i giovani, le vocazioni professionali, un lavoro che crea anche arricchimento spirituale.
E’ ora di scegliere la relazione sociale e ricostruire un modello relativo a dare senso all’educativo
Nel dibattito dagli interventi del Sindaco della città di Fermo, del presidente della Provincia di Fermo, del Presidente della Camera di Commercio, della rappresentante della Cisl di Macerata, di un economista e di un preside , emerge la difficoltà delle Istituzioni politiche più volte chiamate in causa dai relatori, nell’affrontare le nuove sfide , ma c’è anche l’invito per tutti i cittadini di mettere le mani in pasta , di coinvolgersi nell’impegno sociale e politico.
Si ribadisce l’urgenza di rimettere al centro di ogni contrattazione la persona , la formazione dei giovani in sinergia con la scuola e l’importanza di ritornare a sognare e considerare la donna soggetto importante per ogni tipo di rinnovamento.
Il compito di fare sintesi e trarre conclusioni è stato affidato al nostro Arcivescovo Mons. Luigi Conti che dopo aver richiamato l’attenzione di tutti ad un giusto uso dei media, a non permettere che essi ci rubino il silenzio, il dialogo, la preghiera soprattutto nella famiglia che è la radice dell’identità della persona, riafferma l’importanza che la Chiesa sia una diaconia per il mondo, che essa ha il compito specifico di ricordare il senso della vita dell’uomo.
Riprendendo l’idea di crisi come crinale che separa, che divide, espressa dal prof. Niccoli, invita ognuno ad operare discernimento per ogni ambito di vita e suggerisce alcuni approcci nel lavoro, nell’economia nel territorio nella famiglia etc. che si fondano sulla solidarietà , sulla riscoperta dei valori, sul valore della persona. C’è un invito forte ad educare i giovani e le famiglie ad abbassare gli standard, a riconsiderare l’essenziale ed i bisogni primari, di mettere al centro la persona nella sua integralità.
Eventi dalla diocesi
Momento di aggiornamento pastorale del clero diocesano. Interviene don Sebastiano Serafini
A Morrovalle (auditorium S.Francesco). Interverrà mons. Luciano Paolucci Bedini, vescovo di Gubbio e Città di Castello
Ritiro spirituale del clero diocesano animato dal diacono Paolo De Martino
Ritiro spirituale del clero diocesano animato da Paolo Curtaz
Ritiro spirituale del clero diocesano animato da don Andrea Bezzini
Momento di aggiornamento pastorale per il clero diocesano guidato da don Giuseppe Bonfrate