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Giovanni era un marchigiano nativo di Fermo e nella parte dei Fioretti dove si tratta dell’espansione del francescanesimo nella Custodia anconetana, egli brilla come uno dei protagonisti indiscussi. Negli Actus fra Ugolino da Montegiorgio ricorda le sue estasi, le sue appassionate preghiere, le sue visioni del Signore. Indimenticabile quella avvenuta durante la celebrazione eucaristica a Santa Colomba di Mogliano. Oltre ai Fioretti un’altra
fonte primaria per conoscere fra Giovanni è la vita scritta dal contemporaneo Giovanni da Settimo. Questo biografo ci fa conoscere alcune notizie interessanti dell’ Alvernicola: il fatto che egli da ragazzo in una chiesa di Fermo era stato colpito dall’immagine di un crocifisso, il cui ricordo lo spingeva continuamente alla commozione; il particolare che da giovanissimo era entrato tra gli agostiniani e che li aveva lasciati per seguire i Frati Minori. Giovanni da Settimo sviluppa poi soprattutto il periodo toscano del beato, in cui egli, pur essendo illetterato, spingeva molti alla conversione dei costumi: "Lo abbiamo visto mentre con mirabile efficacia di parola istruiva perfino l’Imperatore, con i baroni che lo accompagnavano, sul regno celeste e sulla grande fedeltà che doveva avere alla sovranità del sommo Iddio". Il beato Giovanni della Verna, o da Fermo è un francescano dalle molte patrie, e in ognuna di esse ha lasciato esempi luminosi di santità e di saggezza, che è bene rimettere, perché facciano luce, sopra i monti: della Verna (dove è sepolto e venerato) e del Girfalco (dove ha conosciuto per la prima volta l’amore di Dio).

Link all'audio-conferenza tenuta da padre Roberto Brunelli il 25 Aprile 2022 su Radio Maria