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L'atto di venerazione di Benedetto XVI all'Immacolata in Piazza di Spagna
ROMA, giovedì, 8 dicembre 2011 (ZENIT.org) - In un momento difficile per l’Italia, per l’Europa e per il mondo, è sempre Maria a salvare l’umanità dal peccato e dall’autodistruzione. Lo ha ricordato papa Benedetto XVI durante il tradizionale Atto di Venerazione all’Immacolata a Piazza di Spagna.
Durante il percorso dal Vaticano fino alla celebre piazza romana, il Santo Padre ha compiuto una breve sosta davanti alla Chiesa della Santissima Trinità, dove ha ricevuto l’omaggio dell’Associazione Commercianti di Via Condotti.
Raggiunta Piazza di Spagna, Benedetto XVI è stato accolto calorosamente da migliaia di fedeli con un lungo applauso al grido di “viva il Papa!”. Il Pontefice ha poi iniziato l’atto di venerazione con la lettura di un brano dall’Apocalisse di San Giovanni per poi tributare l’omaggio floreale alla Vergine, posta in cima alla colonna situata nei pressi della piazza.
La statua della Madonna di piazza di Spagna, non a caso, è ispirata proprio alla descrizione data dall’Apocalisse: “Un segno grandioso apparve nel cielo: una donna vestita di sole, con la luna sotto i suoi piedi e, sul capo, una corona di dodici stelle” (Ap 12,1).
Nell’Apocalisse, Maria è “vestita di sole” in quanto è “circondata dalla luce di Dio e vive in Dio”, ha spiegato il Papa. È “piena di grazia”, perché “ricolma dell’amore di Dio”.
La luna ai piedi della Vergine è “simbolo della morte e della mortalità” ma Maria la sovrasta poiché è “pienamente associata alla vittoria di Gesù Cristo, suo Figlio, sul peccato e sulla morte”.
La vittoria sulla morte a cui Maria - corredentrice dell’umanità con Cristo - contribuisce, si manifesta già nei due “grandi misteri della sua esistenza”: l’Immacolata Concezione, che si celebra oggi, e l’Assunzione in Cielo “in anima e corpo nella gloria di Dio”, ha osservato il Santo Padre.
Maria vince la morte, tuttavia, anche nella sua vita terrena “perché spesa interamente al servizio di Dio, nell’oblazione piena di sé a Lui e al prossimo”. La Madonna è quindi “in se stessa un inno alla vita”.
La “corona di dodici stelle” descritta nell’Apocalisse “rappresenta le dodici tribù di Israele e significa che la Vergine Maria è al centro del Popolo di Dio”, ha ricordato Benedetto XVI. Inoltre questa simbologia ci ricorda che la Madonna “impersona la Chiesa, la comunità cristiana di tutti i tempi”.
“Essa è incinta - ha proseguito il Santo Padre - nel senso che porta nel suo seno Cristo e lo deve partorire al mondo: ecco il travaglio della Chiesa pellegrina sulla terra, che in mezzo alle consolazioni di Dio e alle persecuzioni del mondo deve portare Gesù agli uomini”.
L’enorme “drago rosso” dell’Apocalisse è il demonio che, invano, ha tentato di “divorare Gesù”, nel frattempo risorto, asceso al Cielo e sedutosi alla destra del Padre.
“Perciò il dragone, sconfitto una volta per sempre nel cielo, rivolge i suoi attacchi contro la donna - la Chiesa - nel deserto del mondo. Ma in ogni epoca la Chiesa viene sostenuta dalla luce e dalla forza di Dio, che la nutre nel deserto con il pane della sua Parola e della santa Eucaristia”, ha spiegato il Papa.
E così, nonostante le persecuzioni e le tribolazioni che incontra in ogni tempo e luogo la Chiesa “risulta vincitrice”. La comunità cristiana che essa rappresenta, è la “garanzia dell’amore di Dio contro tutte le ideologie dell’odio e dell’egoismo”.
“L’unica insidia di cui la Chiesa può e deve aver timore è il peccato dei suoi membri”, ha aggiunto Benedetto XVI. Infatti se Maria è Immacolata, “libera da ogni macchia di peccato, la Chiesa è santa ma, al tempo stesso, segnata dai nostri peccati”.
È per questo motivo che il Popolo di Dio deve rivolgersi a Maria perché “accompagni il cammino di fede, perché incoraggi l’impegno di vita cristiana e perché dia sostengo alla speranza”.
L’intercessione di Maria Santissima è fondamentale “soprattutto in questo momento così difficile per l’Italia, per l’Europa, per varie parti del mondo”, ha detto il Papa.
“Maria ci aiuti a vedere che c’è una luce al di là della coltre di nebbia che sembra avvolgere la realtà”, ha poi concluso.
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