Archivio Notizie dalla Diocesi
Notizie dalla Diocesi
Alla cerimonia di riapertura, alle 10.30, sarà presente, oltre alle Autorità locali e territoriali, anche il Commissario Straordinario per la ricostruzione post-sisma Geol. Piero Farabollini
Domenica 22 settembre, dopo un attento lavoro di consolidamento e restauro, grazie ai fondi derivanti dall’Ordinanza Commissariale 32 del giugno 2017, riapre la Chiesa di San Francesco in Fermo una delle più importanti del nostro territorio, inagibile a seguito del sisma 2016.
Riappare in una veste rinnovata e rinforzata mantenendo ben visibili i caratteri del suo stile gotico- francescano, contraddistinto da una spazialità che suscita stupore a tutti i visitatori.
Gli interventi sono stati di riparazione delle parti danneggiate e di rinforzo strutturale.
In particolare si evidenzia il lavoro svolto sui pilastri circolari interni cerchiati con acciaio, il ripristino di alcuni archi tra la navata centrale e quella laterale, il rinforzo di alcune parti della copertura, il restauro della cappella Euffreducci, il consolidamento delle parti in pietra della facciata e la sua completa pulizia che ci permette oggi di apprezzarne il pregio architettonico e cromatico della stessa. Durante i lavori, oltre al continuo stupore suscitato dai metodi costruttivi, a suo tempo utilizzati, e dalla leggerezza delle strutture che quasi si perdono nella vista interna, sono stati rinvenuti lacerti di affreschi francescani nel sottotetto.
In queste ultime settimane è stato possibile riaprire al culto, nel territorio diocesano, alcune delle Chiese danneggiate dal sisma, quelle nelle quali il livello di danno ha consentito un'azione con risorse più contenute. Nella Chiesa di San Francesco permangono visibili le tracce degli interventi messi in opera e che rinviano alla necessità nel futuro di ulteriori migliorie.
La Chiesa di San Francesco, situata nella parte orientale di Fermo, seconda per grandezza solo alla Cattedrale, una delle testimonianze più importanti dell'architettura francescana nelle Marche, rappresenta un elemento emblematico e dall’alto valore simbolico per la città di Fermo.
Catturando l’occhio del visitatore con la sua purezza dei volumi, la sua spazialità interna e il puntuale decoro, da secoli si configura come centro importante di fede nonché di testimonianza storica e artistica. L’esigenza dell’edificazione di una chiesa da parte dell’ordine mendicante nasce in un contesto più ampio, da inquadrare nel progressivo diffondersi del movimento minoritico che, seppur fedele alla precarietà imposta dalla rigida regola, iniziava a sentire la necessità, per natura stessa del loro apostolato, di entrare in stretto contatto con la gente a tal punto da abbandonare gli originali romitori. Proprio su questo dualismo le nuove chiese, pur non avendo rigidi canoni, fondano la loro ratio architettonica.
Nella Chiesa di San Francesco di Fermo, l’impianto a tre navate abbandona il riferimento alle chiese tipiche dell’architettura benedettina e cistercense assistendo quindi ad una riduzione dei sostegni in favore di una concezione dello spazio dilatato, più unitario e avvolgente, prediligendo così una distribuzione interna che faciliti la partecipazione del popolo all’ascolto della Parola.
L' Arcidiocesi di Fermo ha svolto il ruolo di ente attuatore.
Il progetto è stato redatto dall'Ing. Massimo Conti che ha svolto anche l'incarico di Direttore dei lavori e dall'Arch. Michele Cruciani in sostituzione dell'Arch. Ernesto Paoletti tragicamente scomparso. I lavori sono stati eseguiti dalla Ditta Krea Costruzioni di Perugia e interamente finanziati dall'Ordinanza 32 del 22.06.2017 per un importo pari a € 300.000,00.
Si rende noto inoltre che proprio in questi giorni è stato pubblicato l'elenco degli interventi di ricostruzione e miglioramento sismico previsto dall'Ordinanza n. 84 del 10 luglio 2019: 68 sono gli interventi previsti nel territorio diocesano dal secondo piano stralcio per un importo pari a € 32.130.000,00.
Nelle prossime settimane saranno avviate tutte le procedure, compatibilmente con la pubblicazione da parte del Commissario Straordianario per il sisma dei documenti necessari già anticipati, per dare avvio a questa importante fase di ricostruzione.
Si è consapevoli della grande responsabilità che ci si assume e auspicando la collaborazione di quanti a vario titolo dovrannno necessariamente essere parte attiva nell'espletamento delle varie fasi progettuali, ci si augura di vedere nuovamente aperte e fruibili numerose chiese, luoghi di culto e spazi per un rinnovato impulso alla vita della comunità religiosa e civile.
Note storiche della Chiesa di San Francesco
L’insediamento degli ordini mendicanti a Fermo coincide con la crescita demografica e ristrutturazione urbanistica, conseguenza diretta del forte impulso alla crescita economica e sociale impresso dalla classe dirigente tra il 1210 ed il 1255 nel processo di emancipazione del potere episcopale.
È noto come dopo il 1240 una comunità minore di frati conventuali che risiedevano fuori dalla città tra il 1217 e il 1223, venne accolta all’interno della cinta muraria urbana, insediandosi sul luogo della preesistente cappella dedicata a San Leone, (proprio dove sorge ora l’attuale S. Francesco) per volere di Filippo II (1229-1250) il quale concede la chiesa, la casa e gli orti annessi.
L’avvio del cantiere della primitiva chiesa risulta già concluso nel 1255. Tuttavia non si hanno notizie certe sulla data di fondazione della chiesa e di un primo convento costruito sul lato nord, poi trasformato ed ampliato. Altrettanto controversa è la paternità del progetto originario.
Meno incerto è l’anno di realizzazione della torre campanaria terminata nel 1425, secondo quanto riporta il cronista locale Antonio di Nicolò. A poco più di un secolo di distanza si realizza la cappella della Concezione (ora dedicata al sacramento), che viene aggiunta alla chiesa del 1527. Aperta sul lato sud della navata laterale sinistra guardando l’altare maggiore, fu fatta erigere da Celanzia degli Oddi per accogliere il monumento funebre del figlio Ludovico Euffreducci, signore di Fermo.
Sembra che sul finire del XVI secolo il complesso monastico mostrasse i primi segni di fatiscenza i quali si manifestavano con il crollo della sacrestia nel 1529. Ai lavori di restauro si aggiunsero interventi che contribuirono a modificare l’aspetto interno della chiesa.
Nel XVII secolo infatti, in pieno Barocco, la chiesa modificò i propri connotati in accordo con il nuovo gusto dell’epoca in seguito.
Si ignora quale fosse l’aspetto originario della facciata. L’unica testimonianza finora nota è offerta da una veduta a stampa del XVIII secolo dove sono riconoscibili un portale principale arcuato, due portali laterali di dimensioni minori ed una finestra al livello superiore, in asse con l’ingresso centrale.
Nella seconda metà del XVII secolo si resero indispensabili i primi lavori di consolidamento, a causa di alcuni crolli che avevano riguardato la chiesa (1653) e il convento (1673). Ulteriori interventi vennero intrapresi subito dopo il terremoto del 2 Febbraio 1703, che aveva provocato il crollo di due volte di una navata laterale.
Le pessime condizioni di conservazione in cui versava il convento nei primi decenni del XVIII secolo legittimarono il rifacimento ex-novo del complesso residenziale, avviate nel 1728 sotto la supervisione di Nicola Egidi. Ragioni di presunta fatiscenza sottendono, invece, alla riconfigurazione della facciata improntata al nuovo gusto neoclassico ed intrapresa da Pietro Augustoni da Como(1741-1815) sul finire del XVIII secolo.
Successivamente nel 1839 alcuni lavori interni riguardarono nel rinnovo del pavimento dell’altare maggiore e nella realizzazione della bussola d’ingresso su progetto di Luigi Bernetti.
Nel 1891 Giuseppe Sacconi (1854 - 1905) interviene con un progetto finalizzato al consolidamento dell’abside, ormai vetusto e degradato, attraverso l’inserimento di catene in ferro, ancora visibili, alla quota d’imposta delle crociere delle absidi minori, sui lati adiacenti al coro.
La parziale demolizione di strutture barocche, iniziata tra il 1838 e il 1840, venne ripresa successivamente e condotta in due tempi. Nel 1931 i lavori furono finalizzati alla restituzione della “facies” medievale, attraverso la demolizione dei tre altari seicenteschi, la rimozione dell’intonaco, che permise di rinvenire brani di affreschi sulla parete absidale, e il ripristino delle sei monofore trilobe, cioè quelle nelle due cappelle laterali precedentemente tamponate e di quelle ad esse immediatamente adiacenti sulle pareti longitudinali.
Nel 1933 vengono fatti realizzare due nuovi altari in travertino su progetto di Lorenzo Mancini, da collocare nelle cappelle laterali adiacenti al coro. Nel 1951 vennero chiusi i due finestroni rettangolari e riaperte le monofore e gli oculi superiori. In questa occasione venne modificato
l’arredo scultoreo con il rifacimento dell’altare maggiore e dei due altari laterali in travertino, di gusto neogotico.
Ciò che ci appare oggi, quindi, altro non è che il frutto di stratificazioni storiche e di restauri, riutilizzazioni e modifiche riprese a più tempi. Nonostante ciò l’intero corpo di fabbrica preserva la purezza originale dei volumi e il puntuale, seppur elegante, decoro.
Bibliografia
R. De Cadilhac, La Chiesa di S. Francesco a Fermo, Storia, arte, architettura e Restauri
R. De Cadilhac, Insediamenti egli ordini mendicanti nelle Marche; origine e sviluppo dell’architettura Francescana
R. De Cadilhac, La chiesa di San Francesco a Fermo, Il portale restaurato nel IV centenario della sua realizzazione
F. Acciarresim F. Basili, D. Federici, Il monumento a Ludovico Euffreducci nel tempio di S. Francesco
A. Benoffi, Memorie della provincia delle Marche dei frati minori conventuali
G. Branca, Fermo; Notizie, impressioni e ricordi
G. Cicconi , Il "bel San Francesco" di Fermo nel settimo centenario della fondazione
De Minicis G., Annuali della città di Fermo, edizione crittica e annotazioni
Foto di Giorgio Tassi
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