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Omicidio di Alika: restiamo in silenzio e in preghiera
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Il comunicato ufficiale dell'Arcidiocesi di Fermo sul tragico fatto avvenuto a Civitanova

La nostra Chiesa locale e le parrocchie di Civitanova di fronte all'uccisione di Alika scelgono l'atteggiamento del silenzio per lasciarci ferire il cuore e sconvolgere dall'accaduto. Preghiamo per la vittima e siamo vicini a tutti coloro che sono nel dolore e nell'angoscia per quanto successo. A partire dall'Eucaristia che celebreremo domenica, nella quale in luogo dell'omelia ci saranno alcuni minuti di silenzio, vogliamo ribadire e rafforzare il nostro impegno per la pace e perché l'aggressività non si sostituisca alla giustizia e non metta più in pericolo altre vite. Nessuna forma di violenza può avere cittadinanza nella vita secondo lo stile del Regno di Dio. Preghiamo anche per l'aggressore e i suoi familiari

Commenti dei lettori
5 commenti presenti
  • Rafaella Nardi

    09-08-2022 17:18 - #5
    Condivido il commento di Patrizio Borsoni sul dovere di fare sentire la propria voce da parte di chi si professa cristiano. Il silenzio può diventare una scelta di chi a vita vuole fare l'osservatore
  • Claudio Gazzoli

    02-08-2022 11:04 - #4
    Un episodio di cronaca locale sollecita il vescovo di Fermo ad emettere un comunicato per far osservare un minuto di silenzio, in sostituzione dell’omelia, durante la messa di domenica. Si tratta di un episodio di violenza individuale che viene, al solito, utilizzato per panegirici di carattere generale. Pertanto un popolo reso completamente remissivo fino all’autodistruzione, che accetta tutto sulla propria pelle, dalla sostituzione etnica alla demolizione totale del proprio passato, dalla omologazione più triviale alla normalizzazione di depravazioni distruttive, fino all’autocommiserazione, viene trattato, per fini di sporca ideologia, come la più vile delle genie. Ora a parte il fatto che sarebbe opportuno che tutte le omelie di ogni domenica venissero sostituite dal silenzio, perché il Vangelo trasmette ad ognuno molto di più delle sciatterie che siamo costretti ad ascoltare, io mi chiedo e vorrei chiedere a sua eccellenza, perché mai un analogo silenzio non viene adottato per gli italiani che subiscono la medesima sorte, quando le chiese vengono profanate, per le migliaia di cristiani che, ogni anno, vengono massacrati (solo in Nigeria 4.650 l’anno scorso, il 78% dei fedeli ammazzati in tutto il mondo), per la sistematica, costante demolizione della famiglia, così come l’ha voluta Nostro Signore, di cui il festival di Monte Urano costituisce una vicina manifestazione, per lo scandalo delle carnevalate che, nel mese di giugno, molestano le nostre città, per la partecipazione deferente del papa di Santa Romana Chiesa e di una decina di cardinali e vescovi ad un rito di stregoneria, con tanto di evocazione degli “spiriti”, per la manifesta violazione del primo dei Comandamenti di Dio e la conseguente, prevedibile ricaduta su tutto il suo popolo, esattamente come già avvenuto con l'adorazione della pachamama sulla tomba dell'Apostolo ?
    Risposta
    Gentile Signore, La ringrazio delle sue riflessioni, che condivido solo in parte. La scelta del silenzio prolungato (non solo un minuto) al posto dell’omelia domenicale è parsa essere più efficace di ogni parola, pur sensata, che si sarebbe potuta esprimere nell’immediatezza di un fatto grave i cui contorni tuttora non sono definiti. Ora giunge anche il momento per riflettere e chiederci cosa la storia, guidata da Dio, voglia insegnarci attraverso gli episodi seppur drammatici a cui assistiamo. Sono d’accordo con Lei che, in alcune delle situazioni da Lei elencate, forse come Chiesa dovremmo lasciarci ferire di più (penso ai cristiani perseguitati); su altre, che lei denuncia, non mi esprimo perché le situazioni da Lei descritte, sono state presentate, almeno dal mio punto di vista, in modo errato. Riguardo al FəmFest ribadisco che assumere un atteggiamento di ascolto di alcune realtà che ci appaiono scomode e non corrispondenti ai nostri modelli culturali, non vuol dire condividerne le scelte, ed è ciò che ho cercato di fare. Il fatto che ci siano tanti altri temi su cui intervenire, Le assicuro, toglie il sonno alla comunità cristiana. Ma l’aggressione ed uccisione di un uomo a Civitanova deve scuotere la nostra coscienza. Mi spiacerebbe che rimanesse, come Lei scrive, solo “un episodio di violenza individuale”. Spero che la riflessione che deve prenderci aiuti a placare l’aggressività che è in noi, anche quella che anima le nostre forbite riflessioni. La saluto cordialmente d. Rocco Pennacchio Arcivescovo di Fermo
  • Don gianni carparelli

    31-07-2022 18:04 - #3
    Ci sono dei silenzi ben più eloquenti di ogni parola. Silenzi che urlano e aiutano a crescere.
  • patrizioborsoni@alice.it

    30-07-2022 18:42 - #2
    Quasi tutto bene: la preghiera,il ricordo. ma il silenzio no.E' vero che noi cattolici abbiamo il mandato per amare il prossimo e per la pace. ma è altrttanto vero che alla Chiesa spetta di parlare con fermezza ("gridarlo sui tetti?) verso i controvalori evangelici: il razzismo,la legge del più forte e l'indifferenza,(magari e Dio non voglia,di quei cattolici che filmavano invece di farsi buoni samaritani). Non basta: può e deve dire qualcosa e puntare l'indice verso quei movimenti,forze che sono contrari al Vangelo di Gesù. Qui e adesso E poi: non è forse vero che una madre,e la Chiesa lo è,ha il dovere di correggere con fermezza e,se serve con coraggio gli sbagli dei propri figli? A cominciare dalle nostre Marche,dove fatti di questo genere cominciano ad essere davvero troppi
  • Emilio Rocchi

    30-07-2022 12:47 - #1
    Grazie del comunicato inviato, che condivido
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