Archivio Notizie dalla Diocesi
Notizie dalla Diocesi

La riflessione di don Osvaldo Riccobelli, Delegato diocesano per il Giubileo 2025, dopo il Giubileo dei giovani che si è svolto a Roma
Nei giorni seguenti al Giubileo dei Giovani a Roma, una domanda essenziale emerge con forza: siamo DEBITORI DI VERITÀ verso questi ragazzi. Chissà se saranno stati 800mila o un milione a Tor Vergata…c’erano! Punto! Ed erano lì per ascoltare (verbo ormai desueto nel tempo della babele dei social), pregare, celebrare, adorare…
Adesso “la palla passa a noi: adulti di Chiesa” (preti e educatori)! Vogliamo continuare a limitarci a essere nostalgici d Papi del passato e della Chiesa “trionfante” di qualche decennio addietro, chiusi in un ricordo che rischia di diventare sterile, oppure siamo disposti ad accogliere la scommessa di quel “debito di verità” che con i giovani abbiamo?
Come ammoniva Søren Kierkegaard, "La vita può essere capita solo all'indietro; ma deve essere vissuta in avanti". La nostalgia, infatti, può inchiodarci al passato, impedendoci di vivere pienamente quel presente che i giovani di Tor Vergata ci hanno mostrato bruciare ancora pur sotto le macerie di tanta Chiesa del presente. Il Papa Leone questo coraggio mi pare l’abbia avuto: ha indicato con fermezza una strada chiara a chi ha sete di verità, a chi ha fatto una scelta radicale…
E la verità non è un’idea astratta o una parola vuota, ma il cuore pulsante della fede: è Cristo stesso, è il senso profondo della vita. È a questa Verità che i giovani si aggrappano, perché nella sua luce trovano senso e orientamento. Mai come in questo caso trovo opportuna l’affermazione di Sant'Agostino, "Tu ci hai fatti per te, Signore, e il nostro cuore è inquieto finché non riposa in te". Questa inquieta ricerca della verità è, in ultima analisi, una ricerca di Dio che i ragazzi del Giubileo dei Giovani ci hanno palesato senza equivoci. Ignorare questa ricerca, o barattargliela con la nostalgia di un passato che è solo di noi adulti, sarebbe tradire chi ha messo in gioco molto, in questi giorni, per seguirla.
Oggi più che mai, non basta restare fermi al già detto, alle pratiche consolidate, al già visto (ma che non funziona più, se non per i nostri coetanei che continuano ad essere presenti alle nostre -ormai asfittiche, permettetemelo- assemblee liturgiche). Dobbiamo rispondere a questa sete di verità dei nostri ragazzi con coraggio, accompagnandoli nel loro cammino, sostenendoli nel difficile equilibrio tra fragilità e fede autentica…anche se ci costa uscire dalla nostra _confort zone_ (che ormai è diventata la gabbia entro cui ci siamo rinchiusi, ma che tanta sicurezza ci dà). La Chiesa stessa è un corpo vivo, non un museo e deve rinnovarsi continuamente per parlare al cuore dei fedeli. Il Papa Leone ha dimostrato di essere non un richiamo al passato, ma una guida per un presente che rinasce, per una Chiesa che parla con unità e forza, non con divisioni. E chi continua a contrapporlo a Papa Francesco, sbaglia…perché la diversità dei carismi (anche quelli dei Pontefici) arricchiscono, nel tempo, la storia della Chiesa. Vale la pena di ricordare a noi stessi che per avvicinare i giovani, non possiamo ignorare quanto ci ricordava Papa Benedetto XVI: la fede "non è un insieme di divieti o un sistema di idee, ma un incontro con una persona, con Gesù Cristo". È questo incontro vivo e personale che dobbiamo offrire ai giovani. Anche se facciamo fatica a decodificare i loro linguaggi…anche se, con ancora più fatica, riusciamo ad armonizzare i nostri ai loro!
Ma quello che mi pare chiaro è che il tempo dei compromessi e delle arrendevolezze vada considerato definitivamente concluso! È ora di riconoscere che la verità è un dono da custodire e trasmettere, un fuoco che non dobbiamo lasciar spegnere nelle mani di chi crede ancora. Questo fuoco, come diceva San Tommaso d'Aquino, non è solo conoscenza, ma anche amore: "L'amore di Dio è la prima cosa che si deve fare" (e testimoniare con una vita senza doppiezze!). In questo senso, la verità è un dono che si riceve e si dona: un atto d'amore che ci costa, ma che, ripeto, dobbiamo a chi si è fidato di noi e ha scelto un “contenitore” antico come il Giubileo, per dirci che “ha sete”…ha sete ancora di verità…soprattutto quando il Giubileo tra qualche mese finirà e loro si aspetteranno un segno di conversione reale da parte nostra…anche nei loro riguardi!
Osv. Riccobelli
Delegato Diocesano per il Giubileo 2025
Eventi dalla diocesi
In Cattedrale
Domenica 21 settembre 2025, dalle ore 15.30, celebreremo a Fermo il giubileo del mondo educativo, promosso in modo particolare dal Coordinamento oratori fermani, dall’Ufficio catechistico, dall’Ufficio di pastorale familiare, dall’Ufficio di pastorale giovanile, dall’Ufficio di pastorale vocazionale, dall’Ufficio per l’educazione, scuola e università, dall’Ufficio per la tutela dei minori e degli adulti vulnerabili. I dettagli organizzativi saranno comunicati in seguito.
Mercoledì primo ottobre 2025, alle ore 21.15, presso la chiesa dell’Emmanuele a Trodica di Morrovalle, ci sarà un momento di aggiornamento pastorale condiviso tra presbiteri e laici sul tema: Il Rito dell’Iniziazione Cristiana degli Adulti (RICA): per una visione storica, teologica e pastorale. Interviene don Emanuele Piazzai, direttore dell’ufficio catechistico regionale.