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Un’esperienza indimenticabile per i giovani dell’Arcidiocesi di Fermo
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Una raccolta di testimonianze da parte dei giovani che hanno partecipato al loro Giubileo

Diverse le opzioni scelte, ma tutti desiderosi di rispondere all’invito del Papa a partecipare al Giubileo dei Giovani a Roma, in programma dal 28 luglio al 3 agosto 2025.

 

Fra chi ha scelto di partecipare ai 7 giorni proposti dal Servizio diocesano di Pastorale Giovanile (a Roma – in 35 - o in pellegrinaggio a piedi verso Roma – in 21), e chi invece, per lavoro o altro, ha scelto di partecipare solo agli ultimi tre giorni (venerdì, sabato e domenica), sono stati più di 230 (e sicuramente qualcuno mancherà all’appello) i giovani dell’Arcidiocesi di Fermo che hanno raggiunto Roma e Tor Vergata con il desiderio di vivere dei momenti intensi, emozionanti, indimenticabili. 

 

            Carichi di stimoli, contenuti e momenti di grande gioia sono stati i giorni trascorsi a Roma nella parrocchia di Acilia, che ha ospitato i giovani della Regione Marche durante l’esperienza dei 7 giorni (fra cui 35 giovani dell’Arcidiocesi di Fermo); numerosi i momenti di preghiera, catechesi, condivisioni e spostamenti verso il centro città che hanno arricchito ogni singola giornata. Nei pomeriggi “liberi”, i giovani della Diocesi hanno attraversato insieme la Porta Santa della Basilica Papale di San Paolo fuori le Mura e partecipato alle esperienze proposte dalla Pastorale Giovanile della CEI. Tutte occasioni che i giovani hanno vissuto insieme all’Arcivescovo Rocco Pennacchio, sempre presente.

 

Anche l’esperienza del pellegrinaggio a piedi, iniziato a Loreto dopo la messa del 28 luglio e conclusosi a Tolentino giovedì 31 (per poi partire in pullman verso Roma il 1 agosto) ha permesso a quanti si sono messi in cammino di vivere esperienze davvero profonde e formative.

 

Venerdì 1 agosto, accolti dalla Parrocchia di San Gregorio VII a Roma, i giovani della Regione Marche si sono ritrovati tutti insieme per la preghiera del Vespro e per condividere le diverse esperienze: più di 700 maglie di colore blu hanno riempito l’aula liturgica.

 

Sabato e domenica sono stati i giorni di Tor Vergata, dove tutti i giovani dell’Arcidiocesi sono arrivati per vivere il pomeriggio di festa, la veglia del sabato sera, la messa col Papa di domenica mattina. Sole, polvere, file … ma anche tanti volti, incontri, nuove amicizie, sorrisi e qualche lacrima hanno riempito due giorni che rimarranno nei cuori di chiunque abbia potuto partecipare.

 

Ora l’appuntamento, ricordato anche da Papa Leone, è a Seul nel 2027. E c’è già qualche giovane che già ha iniziato a scaldare i motori.

 

 

Di seguito, vengono riportate alcune condivisioni dei giovani che hanno partecipato al Giubileo:

 

“Il 28 luglio abbiamo intrapreso un viaggio tanto entusiasti, quanto incerti. Non sapevamo dove avremmo dormito, chi ci avrebbe ospitato ma eravamo certi che sarebbe stato indimenticabile. Bagagli in mano, zaino in spalla pronti a partire. La prima difficolta è stata cambiare le piccole cose della nostra quotidianità: dormire per terra e condividere gli spazi con altre 300 persone sono stati i primi ostacoli da superare. Nonostante questo già dal primo giorno siamo stati accolti calorosamente e abbiamo avuto la possibilità di confrontarci con ragazzi da tutto il mondo, capendo che tutti siamo spinti dalla stessa cosa: la fede.”

 

“Dire cosa ci aspettassimo da questo Giubileo non è semplice, in quanto aspettarsi qualcosa da un evento così grande ed inedito per noi non è semplice. Già dalla messa di inizio a Loreto, insieme a tutti i giovani marchigiani partecipanti, abbiamo potuto avere un assaggio della bellezza di stare insieme. Abbiamo poi avuto modo di interrogarci sui temi di “delusione” e “illusione” grazie alle catechesi tenute da Mons. Salvucci e da Mons. Palmieri, organizzate dalla pastorale giovanile marchigiana. Martedì, alla messa di inizio giubileo dei giovani presieduta da Mons. Fisichella abbiamo potuto vedere la gioia negli occhi di tutti i giovani presenti arrivati da tutto il mondo. Infine, a sorpresa, abbiamo anche salutato il Papa che ci ha ricordato che abbiamo "l’opportunità di essere una forza che può dare la grazia di Dio, messaggio di speranza, una luce alla città di Roma, all’Italia e a tutto il mondo". L’esperienza di fede si è quindi fusa con quella di relazione in un intreccio di colori, canti, preghiere corali, indivise e indivisibili nonostante le distanze linguistiche e culturali. La Speranza è quella di un mondo che riconosca in noi giovani uno slancio nuovo e vivo per una convivenza incorrotta con l’altro, sconosciuto fratello. Siamo figli dello stesso Padre, che piange per ogni atto di violenza operato da chi pretende di reggere la storia con la forza. Siamo e vogliamo essere un’onda forte e travolgente in grado di sommergere con la Fede e con l’Amore tutte le ingiustizie. Siamo la Speranza ed il Giubileo ci ha fatti missionari della Pace nel mondo!

 

“L'esperienza che si vive non è mai quella che si immagina e pensa nei mesi precedenti che avvenga...  Posso racchiudere l'esperienza del Giubileo giovani vissuto con queste parole: accoglienza, gioia, amicizia, crescita, ricarica di valori, cura dell'anima e ovviamente fatica. Questi sono stati e continueranno ad essere gli ingredienti del cammino di noi giovani.”

 

“Cosa ha rappresentato per me l’esperienza del Giubileo dei Giovani? È qualcosa di difficile da spiegare a parole. È stata un'esplosione di emozioni, riflessioni, incontri, doni. Un’esperienza ricchissima, resa ancora più profonda dalle catechesi dei Vescovi, dalle loro parole capaci di toccare il cuore. I sorrisi, le lacrime, gli abbracci condivisi in questi giorni parlano più di qualsiasi discorso. Ho potuto toccare con mano la grandezza e la bellezza di una Chiesa giovane, viva, accompagnata da adulti che ci camminano accanto, ci sostengono e ci incoraggiano ad essere protagonisti del Vangelo nel mondo di oggi. Un invito a non aver paura, a non perdere la nostra freschezza e spontaneità, ma anzi a trasformarle in forza, speranza, impegno per parlare al mondo che ci circonda. Siamo chiamati a portare valori autentici, capaci di rendere il mondo più bello: la pace, l’accoglienza, il rispetto. Valori da riscoprire e vivere davvero, insieme.”

 

Questi giorni al Giubileo dei Giovani sono stati un tuffo di emozioni, di incontri e di fede viva. Sono partita un po’ come una conchiglia vuota… senza sapere bene cosa avrei trovato, ma con il cuore aperto a ricevere. Ogni mattina abbiamo iniziato con le catechesi,  essenziali per vivere questo Giubileo, momenti semplici ma profondi che mi hanno aiutato a fermarmi ed ascoltare... Uno dei ricordi più forti è legato alla canzone di Cristicchi: quando ho sentito le parole “Lascia che io ti dilati”, mi sono sentita toccare nel profondo. E lì, durante la veglia di adorazione eucaristica, quella frase ha preso vita davanti ai miei occhi: vedevo Gesù dilatare il cuore di tanti ragazzi, riempiendolo di gioia, di Spirito e di luce. Era come se Lui stesso stesse allargando lo spazio dentro di noi per poterci mettere ancora più amore. Sono state molto toccanti anche le testimonianze di chi ha raccontato la propria storia. Parole vere, senza filtri, che ti entrano dentro e ti fanno riflettere sulla tua vita, sulle tue illusioni… ma anche su quanto, proprio attraverso quelle fragilità, Dio possa farti rinascere. Non sono mancate piccole difficoltà tecniche durante il cammino, ma alla fine persino quelle ci hanno reso più uniti. Ho visto amore, aiuto reciproco, comprensione. E così la mia conchiglia, quella che era partita vuota, è tornata a casa con una perla preziosa dentro: piena di fede, di gioia, di Spirito, e la voglia di vivere la fede con ancora più slancio.

 

“Questa settimana per me è stata fonte di mille emozioni diverse che sono confluite nel "giubilo" proprio la parola da cui deriva il Giubileo. Questo termine significa per appunto: "Sentimento d'intima e intensa gioia per lo più causato da qualche piacevole avvenimento e manifestato nelle parole e negli atti". È proprio questo quello che ho provato in questa settimana: la felicità di condividere la gioia e la fede con i miei compagni di viaggio, ma anche con un milione di persone provenienti da tutto il mondo, riuniti in nome di Gesù. Certo alcuni momenti sono stati duri: il caldo, le lunghe file e a volte la mancanza di acqua; ma alla fine tutto si è risolto in una grande gioia condivisa insieme. Ognuno dei momenti vissuti è stato speciale: tra le catechesi, i passaggi alle Porte Sante, le messe e i momenti di gioco e condivisione, ma i più toccanti per me sono stati il momento penitenziale e la veglia del sabato a Tor Vergata con il Papa. Sono stati attimi molto intimi con Cristo che non dimenticherò mai. Infine vorrei ringraziare tutti per aver reso possibile questa esperienza, dai miei compagni di viaggio alla Pastorale Giovanile di Fermo e quella Regionale delle Marche, ai volontari e alla parrocchia che ci hanno accolto e a tutti che si sono resi disponibili per aiutare. Grazie mille a tutti quanti!”

 

“Un’altra grande festa si è conclusa. Sí, la chiamo festa perché avventura, esperienza, sono tutte parole giuste ma rendono l’idea di qualcosa di duro, di faticoso. Sicuramente non posso dire che sia stata una passeggiata di salute ma le lunghissime camminate, la corsa per arrivare primi a fare la doccia, le file sotto al sole, le notti a terra con altre 200 persone, alla fine dei conti le abbiamo vissute sostenendoci a vicenda, facendo una battuta in più, cantando per le vie della città, ridendo per come si dormiva, donandoci del cibo o dell’acqua. In una settimana si è racchiusa tutta la vita, le gioie, la tristezza, i battibecchi per pensieri non comuni e le nuove amicizie, quelle fatte con chi abita da un’ora di strada da te ma che mai avresti pensato avesse il tuo stesso passato e il tuo stesso presente. Questo mi ha permesso di avere un confronto sulla fede ma anche sulla vita pratica, scambiarci idee, pensieri e questo è stato magico. Sicuramente a casa porterò l’emozione vissuta a Piazza San Pietro con gli altri migliaia di italiani e le lacrime versate alla veglia in cui per tutta la notte nella mia testa risuonava: “non sei sola, guarda quanti giovani la pensano e combattono con te per un mondo che odia l’amore, voi siete l’umanità che invece crede nell’amore, non smettete di farlo.” Ma nessuno mi potrà togliere il sorriso e la gioia dei volontari quando tornavamo a casa la sera stanchissimi, i balli di gruppo e i giochi al campetto fatti per sfinimento ma con la voglia di stare insieme. Questa è la grande Festa che ricorderò. Grazie a chi ha reso tutto questo possibile e grazie a tutti i giovani marchigiani come me che ci hanno messo speranza, mi sono sentita veramente amata.”

 

“Stupore, la parola chiave della mia esperienza al Giubileo dei Giovani 2025. Stupore perché MI SONO SENTITA ASCOLTATA ascoltando parole che sembravano essere rivolte proprio a me così come successe durante l'incontro tra Gesù e la samaritana, ferita nell'amore. Penso non sia stato casuale neanche il trovarmi, durante la catechesi di Martedì, a dover passare l'anfora, che in maniera simbolica, conteneva le ceneri che ciascuno si porta dentro fatte di fallimenti e delusioni. Ho riflettuto sul fatto che queste ultime derivino effettivamente da illusioni a monte e che la tristezza può essere decisiva e radiosa se riguarda il passaggio dal buio alla luce; inoltre mi ha rassicurata ciò che ho ascoltato durante la catechesi "Giovani e stile di vita" sul "diritto all'errore". Non serve condannarci, è opportuno "fare amicizia" con certi demoni interiori e metter loro dei paletti. Tutto aiuta e ha contribuito a renderci le persone che siamo. Sono grata per aver conosciuto Suor Laura e dei ragazzi di Pavia e di Bari proprio durante questa catechesi con cui ho condiviso questo pensiero. MI SONO SENTITA GUARDATA in un periodo in cui non riuscivo a guardarmi con amore, a causa di incontri e scelte sbagliate: guardata da Lui sulla croce sul sagrato di Piazza San Pietro con la musica di sottofondo come "La Cura", "Io che amo solo te", "Due altalene" di Mr. Rain e durante l’adorazione eucaristica con Papa Leone a Tor Vergata. MI SONO SENTITA particolarmente TOCCATA dalla Sua Misericordia, accolta da Lui e dalle persone incontrate: è stato bello ritrovare ragazzi con cui ho condiviso la GMG di Lisbona nel 2023 e conoscerne di nuovi, in modo inaspettato, ma non casuale. È strano ritornare alla vita di tutti i giorni dopo aver trascorso una settimana così piena, caratterizzata da colori (come quelli delle bandiere che animavano la città), silenzi per ascoltare meglio l'altro e se stessi, sguardi d'amore e GUSTATO tante emozioni positive: dopo aver visto il Papa da vicino attraversare Piazza San Pietro durante la messa di apertura e a Tor Vergata ho pianto di gioia. "Se po’ campá senza sapé pecché, ma non se po’ campá senza sapé pecchì". Si può vivere senza capire il motivo della propria esistenza, ma non si può vivere senza sapere per chi e dopo aver vissuto un'esperienza totalizzante, di senso e di sensi, ne ho  una consapevolezza maggiore.  È proprio così: "pellegrinaggio è accogliere quello che non ti aspetti, in una misura che non immagini." Grata di tutto e per tutto”

 

“L’esperienza del giubileo è stata per noi qualcosa di speciale ed unico, e ciò che abbiamo vissuto rimarrà per sempre nei nostri cuori; le amicizie che abbiamo stretto, l’occasione di approfondire il nostro rapporto con noi stesse e con il Signore durante le catechesi, e le emozioni fortissime provate durante tutta la settimana costituiranno uno splendido ricordo nel futuro e lasceranno un segno indelebile, al quale guarderemo nei momenti in cui perderemo la speranza”

 

“Se mi chiedereste che cosa ha significato per me il Giubileo risponderei: la Gioia piena. Ogni giorno vissuto è stato significativo e, un po’ alla volta, ogni sera, rinfilandomi nel mio sacco a pelo, ho sentito sempre più pace nel mio cuore. Partita con una valigia di tristezza, il Signore è venuto ad abitare il mio buio.  Non mi ha dato le risposte alle mie domande, ma mi ha fatto sentire forte la Sua presenza dentro me. Grazie al suo Amore Misericordioso ho potuto lasciare andare tutto ciò che mi teneva “incatenata”. Libera perché sono Amata e quindi posso amare a prescindere dai rapporti umani che spesso mi deludono. Sono riuscita ad abbandonare lo sconforto che tanto mi ha abbattuta, lasciando spazio alla Speranza che, come sappiamo, non delude. Insomma, come ci è stato detto in una catechesi, immersa nel pozzo che è Gesù Cristo, ne sono uscita rigenerata e non posso essere più felice di così.”

 

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21 settembre 15:30

Domenica 21 settembre 2025, dalle ore 15.30, celebreremo a Fermo il giubileo del mondo educativo, promosso in modo particolare dal Coordinamento oratori fermani, dall’Ufficio catechistico, dall’Ufficio di pastorale familiare, dall’Ufficio di pastorale giovanile, dall’Ufficio di pastorale vocazionale, dall’Ufficio per l’educazione, scuola e università, dall’Ufficio per la tutela dei minori e degli adulti vulnerabili. I dettagli organizzativi saranno comunicati in seguito.

01 ottobre 21:15

Mercoledì primo ottobre 2025, alle ore 21.15, presso la chiesa dell’Emmanuele a Trodica di Morrovalle, ci sarà un momento di aggiornamento pastorale condiviso tra presbiteri e laici sul tema: Il Rito dell’Iniziazione Cristiana degli Adulti (RICA): per una visione storica, teologica e pastorale. Interviene don Emanuele Piazzai, direttore dell’ufficio catechistico regionale.

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