rosone

22 Maggio 2010 - Petritoli - Terre di futuro

“Terre di futuro”: solide radici, valori da conservare, un futuro da costruire; l’economia della Valdaso, la salvaguardia ambientale, l’evoluzione dell’agricoltura, l’economia emergente
Testimoni:
Roberto Ferretti,presidente dell’associazione “Agritour Aso”
Sergio Catalini, imprenditore agricolo
Gianni Conte
Relatori:
Fabio Taffetani, ordinario di botanica nella facoltà di Agraria dell’Università Politecnica delle Marche
 
22 Maggio 2010 - Petritoli - "Terre di futuro"Il 22 Maggio A Petritoli, nel teatro dell’Iride, l’Ufficio della Pastorale sociale e del lavoro della Diocesi di Fermo, in collaborazione con l’ Associazione Giovani della Valdaso e con il patrocinio del Comune, ha dato luogo ad un convegno dal titolo: “Terre di futuro, solide radici, valori da conservare, un futuro da costruire;l’economia della Valdaso, la salvaguardia ambientale, l’evoluzione dell’agricoltura, l’economia emergente……”.
Don Paolo Bascioni, assistente dell’Ufficio e nell’occasione , moderatore del convegno sottolineando il ruolo dell’Ufficio della Pastorale sociale e del lavoro, ha evidenziato l’obiettivo del convegno che si propone di sensibilizzare le coscienze, alla luce dei valori cristiani, alle tematiche dei cambiamenti sociali e del lavoro e di offrire occasioni di discernimento a chi decide le scelte economiche e politiche dei luoghi.
Il convegno si è riferito alla situazione specifica della bellissima Valdaso, alle risorse del luogo, alle problematiche vecchie e nuove, ma con uno sguardo alla situazione dell’intera regione delle marche ed italiana. La proiezione di immagini della Valle ha aiutato la riflessione e la contemplazione della bellezza dei luoghi.
Il metodo scelto:
- partire da testimonianze, suggerimenti, lancio di idee e provocazioni di chi in questa terra opera quotidianamente, con fatica, ma anche con amore e passione, tramandando la bellezza di una vita spesa in armonia con il “creato”, all’insegna della riscoperta delle tradizioni, delle proprie radici che determinano l’identità della comunità della Valdaso, ma proiettati nel futuro con idee e proposte sperimentate e significative dal punto di vista culturale, sociale ed economico, in grado di garantire anche il ben-essere delle generazioni future.
 - dare spunti di approfondimento delle tematiche
 - riflessioni sul magistero della chiesa
Testimoni : Sergio Catalini e Roberto Ferretti
L’imprenditore agricolo Sergio Catalini ha presentato con pochissime parole se stesso e la sua azienda mettendo in rilievo proprio il suo passaggio di vita da mezzadro, a contadino ed infine imprenditore che continua nella sua azienda, con la sua famiglia , l’opera manuale e sapienziale trasmessagli dal padre nella produzione di vino cotto , delle marmellate, degli sciroppati di frutta senza conservanti e nell’allevamento degli animali allo stato libero. Ma che rinnova con la ricerca di nuove coltivazioni, e nuove forme di commercializzazione dei prodotti che avvengono tramite l’unione con imprenditori agrituristici, e di altre aziende agricole anche all’estero. E’ nell’associazione “ Agritur Aso”, infatti , il cui presidente è Roberto Ferretti, che Sergio Catalini ed altri sperimentano il superamento degli individualismi propri di tante aziende , e trovano il modo di lanciare idee e progetti di innovazione, quali quello di promuovere i prodotti all’estero semplicemente stabilendo degli itinerari con gli ospiti stranieri degli agriturismi della Valdaso .
E’ sempre Roberto Ferretti, psicologo del consultorio familiare dell’ASUR che, presentando la sua Country House situata in Petritoli e l’associazione “ Amici della Scentella” che promuove iniziative culturali per la promozione sociale e del territorio, ha delineato per noi un percorso partendo dal recupero di usi e costumi del passato presenti da mille anni e favoriti dalla colonizzazione del luogo dei monaci benedettini Farfensi che per primi hanno dato impulso all’economia della valle. Egli ha evidenziato alcuni aspetti del passato: le case piccole, senza scale davanti sparse nella campagna, il lavoreccio , un contratto di lavoro speciale che si diversifica dalla mezzadria perché al contadino viene lasciato il frutto del suo lavoro, mentre al padrone vanno i frutti degli alberi, le produzioni tipiche che ancora oggi ci sono, la stagionalità dei prodotti anche nella cucina, la figura della vergara, la socialità data dalle feste religiose e dal lu rrajuto che era l’espressione della solidarietà, dell’aiutarsi a vicenda.
Ha affermato come oggi la perdita dell’identità , l’illusione del bene individuale e l’allentamento della coesione sociale ci portano a vivere un presente senza senso.
Per il futuro dobbiamo comprendere che la valle non è importante solo per la sua bellezza, ma è materia prima, motore di sviluppo culturale, sociale ed economico; Riferendosi alla nuova definizione di paesaggio data dalla Convenzione Europea che declama : Il paesaggio è una zona quale viene percepita da chi ci vive e dai visitatori il cui aspetto ha caratteri che derivano dalle azioni di fattori naturale e/o culturali antropici; in particolare modo la percezione del paesaggio è frutto di una interazione tra la soggettività umana, il carattere oggettivo dell’ambiente antropico e naturali, di mediatori socio-culturali legati al senso di identità riconosciuto da una società legato ad un certo tipo di ambiente; il Dottor Ferretti ha suggerito di costruire una all’alleanza tra commercio, turismo, industria, cultura ed agricoltura, esempio proporre prodotti tipici della Valdaso nei mercati, nei negozi, nelle mense scolastiche, far conoscere ai turisti le specificità della zona, e dei vari agriturismi, promuovere eventi culturali che consolidino l’identità della valle etc..)
Non solo ma anche alleanza e coordinamento tra le amministrazioni locali della Valdaso dalla montagna al mare. Ha suggerito alle istituzioni presenti che la comunitànella Valdaso si caratterizzi come comunità competente che si rende collettivamente capace di analizzare la propria situazione, ne riconosce i bisogni e si prepara per il cambiamento.
Approfondimento della tematica a cura di :
-         Gianni Conte responsabile per la provincia di fermo del coordinamento regionale per la tutela del paesaggio  
-         Fabio Taffetani prof. ordinario di Botanica nella facoltà di Agraria dell’Università Politecnica
       delle marche
Lu rrajuto” proiettato nel futuro quindi consiste nel superamento degli individualismi per una pianificazione più corretta del territorio. E’ quanto è stato suggerito anche da Gianni Conte, introdotto da Riccardo Picciafoco responsabile del coordinamento regionale nato nel 2007 per l’esigenza di unire tutte le sinergie, la professionalità e le passioni delle persone che credono che il paesaggio delle Marche rappresenti anche il futuro socio- economico di questa regione.
Gianni Conte ha invitato i giovani presenti a riflettere sul fatto che nel tempo del liberismo economico si è operato per il raggiungimento di guadagni facili, ma che da una ricerca del WWF emerge che la domanda dell’umanità supera del 30% la capacità rigenerativa del pianeta , e continuando a mantenere il livello di vita occidentale non lasceremo niente alle future generazioni perché stiamo consumando risorse anche di altri paesi. Anche nelle Marche il modo di affrontare le problematiche del territorio soffre di una mancata pianificazione, del tempo che sappia prendere insegnamenti dal passato, analizzare le risorse presenti e prevedere il futuro.
Gianni Conte ha riconosciuto a chi ha operato finora nella Valdaso il merito di aver conservato e custodito le risorse , anche se la mancanza di pianificazione collettiva della valle ha impedito ed impedisce la realizzazione di opere semplici e possibili che migliorino la vita di chi abita questi luoghi ( es. pista ciclabile lungo il Fiume, un treno leggero che unisca i comuni dalla costa ai Sibillini ), mentre incombono i pericoli di costruire nella Mezzina un superstrada a tre corsie e di impianti di centrali eoliche nelle campagne della valle proposte da imprenditori e proprietari terrieri che vedono nella loro installazione grandi guadagni , ma che ruberebbero tanti ettari di terreno alle coltivazioni , mentre l’anima della legge che favorisce gli impianti di energia eolica si riferisce ad una rete di impianti capillari e non di grandi dimensioni; l’invito quindi alle istituzioni di procedere ad una pianificazione del territorio e a dei regolamenti che tutti debbono rispettare.
Il Professor Taffetani ordinario di botanica nella facoltà di Agraria dell’Università Politecnica delle Marche ha dato al convegno un ulteriore ed importante contributo circa il “ coltivare secondo natura”; non tutti i contadini o coloro che custodiscono l’ambiente operano per la sua salvaguardia: egli ha mostrato diverse immagini in cui viene rappresentata ad esempio la pulizia dei margini delle strade che conservano le bio-diversità e ha fatto notare come in molti luoghi della regione si usino i disserbanti per ripulire anche gli argini dei fiumi, certo sembra la soluzione più facile e meno dispendiosa, ma distrugge tutte le specie importantissime di microfauna e microflora dei luoghi che potranno rigenerarsi solo dopo 30-40 anni (si pensi alla scomparsa delle api, di alcune piante ..), la perdita di molti tipi di piante porta ad un impoverimento per l’uomo, si può pensare ad esempio alla capacità medicinale di molte erbe che erano usate nella nostra tradizione. Nella Valdaso che custodisce alcune specificità (mirto, erika multiflora), stanno scomparendo alcune piante come la camomilla.
Da non dimenticare anche la ripulitura dei fondi fluviali con le ruspe determinano guai simili. Altre immagini mostrano la scelta di alcuni agricoltori di togliere i fossi dai campi, le conseguenze sono le alluvioni in quanto le acque non sono più convogliate e trattenute dalla vegetazione del fossi.
Una carenza denunciata dal prof. Taffetani è la mancanza di comunicazione e di interesse per queste tematiche riguardanti l’ambiente. La scuola se ne occupa solo nei primi anni , nella scuola primaria, ma dalla scuola secondaria di primo grado in sù fino all’Università , la tematica della salvaguardia dell’ambiente non viene mai considerata, lasciando che le nuove generazioni vivano in un territorio senza conoscerlo nelle sue specificità e senza avere la possibilità di approfondire la propria identità .
Conclusione e riflessione sul magistero della Chiesa: Sua eccellenza Mons. Luigi Conti Arcivescovo Metropolita di Fermo
Infine Monsignor Conti nel delineare le conclusioni ha invitato tutti a riconsiderare che la terra è un dono di Dio che l’umanità intera nel suo passato, presente,e futuro ha ricevuto, quindi ci deve essere un uso etico della terra. Cambiare stile di vita vuol dire anche trovare la presenza di Dio nei luoghi di vita, anche se ciò è difficile perché spesso vediamo solo immagini che deturpano la natura.

L’invito è stato quello di ripensare a comunità solidali , accoglienti anche degli immigrati, pensose nel ricercare e mantenere la propria identità; di essere persone capaci di ritrovare la memoria contemplativa dei contadini che curano l’ambiente per promuovere anche il ben-essere del proprio corpo e quello delle generazioni future. Il richiamo alla Caritas in Veritate al n° 51 in cui si invita l’uomo ad assumere nuovi stili di vita <<nei quali la ricerca del vero, del bello e del buono e la comunione con gli altri uomini per una crescita comune siano gli elementi che determinano le scelte dei consumi, dei risparmi e degli investimenti>> ed in cui si ritorna alla responsabilità anche pubblica della Chiesa per il creato, perché proteggendo la terra, l’acqua e l’aria come doni della creazione appartenenti a tutti, protegge l’uomo dalla distruzione di se stesso, ci riporta alle premesse stesse del Convegno ed alla considerazione della necessità di condividere e diffondere i numerosi spunti di riflessioni e di discernimento insite nella tematica della salvaguardia dell’ambiente.

Eventi dalla diocesi

31 marzo 11:30

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